Alzheimer, la nuova scoperta per curare la malattia

Le ultime novità sulla lotta alla demenza senile

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Alzheimer, ecco i nuovi geni che la causano

Nuovi passi avanti nella lotta contro il morbo di alzheimer. Uno studio internazionale, tra i più grandi fatti finora e che riguarda anche l'Italia (l'Università Statale di Milano), ha ottenuto dei risultati importanti che aumentano le possibilità di trovare una cura o un sistema di ulteriore rallentamento di questa patologia. Ad essere messe sotto esame in questa maxi ricerca sono state oltre 94mila persone, tra Europa e Stati Uniti, di cui è stato analizzato e studiato il DNA.

I risultati dello studio

Lo studio scientifico ha portato alla luce una clamorosa realtà: esistono altri geni specifici, oltre a quelli già noti, implicati nei meccanismi biologici alla base dell'alzheimer. Oltre ai lipidi, alla proteina Tau e alla proteina beta amiloide, tutti appartenenti al metabolismo, sono stati ora scoperti geni legati all'infiammazione e all'immunità su cui si stanno conducendo altre ricerche per approfondire la questione. “I risultati che abbiamo ottenuto – ha spiegato la dottoressa e ricercatrice Daniela Galimberti, tra le artefici della ricerca – sottolineano come l’immunità di base, se alterata, abbia importanti ripercussioni sull’insorgere della malattia". “Questi risultati – ha aggiunto poi il collega e compagno di ricerche Elio Scarpini – pubblicati confermano che i meccanismi causali della malattia di Alzheimer hanno una significativa componente immunologica, con importanti implicazioni per le future strategie terapeutiche". 

(Fonte Ok Salute)


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Cosa mangiare contro l'alzheimer?

A spiegarlo è la dottoressa Lorena Perrone, ricercatrice italiana dell’Università di Poitiers (Francia), la quale ha presentato il suo studio sui legami tra alimentazione e alzheimer. Secondo la sua ricerca, i cibi di tipo AGE (prodotto finale della glicazione avanzata) sono i più pericolosi per sviluppare la demenza: si tratta di cibi in cui avvengono una catena di reazioni chimiche successive alla reazione di glicazione iniziale. Gli alimenti indiziati, in sostanza, sono carne e formaggi stagionati che, stando allo studio della Perrone, se consumati in grande abbondanza possono portare anche all'alzheimer. Un’alimentazione a basso contenuto di cereali e verdure, inoltre, contribuisce allo sviluppo delle sostanze AGEs, indipendentemente dal modo in cui i cibi vengono cotti. Al contrario la dieta mediterranea e giapponese sono un toccasana per la salute in questo senso: date quindi ampio spazio anche a frutta e pesce ed evitate i cibi precotti. “I dati emersi da altre ricerche scientifiche – conclude la dott.ssa Perrone – suggeriscono poi che una dieta ricca di vitamina E e B12 può essere d’aiuto nel migliorare il metabolismo del rame e ridurre il rischio di alzheimer".

(Fonte La Stampa)

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.