Due neutrini anomali scoperti in Antartide
I ricercatori di IceCube Collaboration che lavorano sotto i ghiacci del Polo Sud, hanno scoperto 2 neutrini carichi di un’energia eccezionalmente elevata e che provengono da una direzione inattesa. Se così fosse, si aprirà una nuovo dibattito tra gli scienziati, in quanto nuovi cenari si aprirebbero al di là del modello standard.
I neutrini: cosa sono?
Sono particelle subatomiche elementari, prive di carica e non soggette ad un’interazione forte nè a quella elettromagnetica, interagiscono in modo debole con la materia. Le peculiarità dei neutrini li fanno diventare sfiuggenti e si trovano ovunque, passano anche nel nostro organismo. Lo studio di queste particelle necessita di strumenti sofisticati come quelli di IceCube.
Neutrini anomali
Ice Cube è un cacciatore sotterraneo di neutrini (86 cavi di acciaio e 5.000 sensori di luce), ad esso si è aggiunto in Antartide Anita, un’antenna che individua i segnali delle suddette particelle con alta energia, mentre IceCube ha scoperto due neutrini anomali, ovvero con tanta energia e provenienti da una direzione particolare. Alex Pizzuto (Università del Wisconsin-Madison) ha dichiarato: “Sono come elefanti liberi in un negozio di porcellane e hanno caratteristiche tali per cui è molto probabile che interagiscano con le particelle sulla Terra”.
Provenienza neutrini anomali
I ricercatori hanno approfondito lo studio di una sorgente cosmica, il che potrebbe costituire la spiegazione del perchè i neutrini sono altamente energetici e dunque la provenienza di essi. Dopo 3 approcci complementari e diverse simulazioni di neutrini che attraversano la Terra per capire quanti neutrini incidenti sono necessari perché l’antenna Anita rilevi un segnale come quello di oggi, si è arrivati alla conclusione che non ci sono fonti di neutrini che spieghino la nuova scoperta.
Nuova fisica?
La scoperta dei 2 neutrini anomali in Antartide, potrebbe aprire nuovi scenari nella fisica, ma come sostiene il coautore dello studio Ibrahim Safa: “sembra che dovremo aspettare la prossima generazione di esperimenti che aumenterà l’esposizione e la sensibilità della strumentazione per comprendere chiaramente questa anomalia“.