La giornata di ieri è stata condizionata da un massiccio attacco informatico al sistema bancario italiano
La giornata di ieri è stata piuttosto complicata per i clienti di alcune banche a causa dell’attacco hacker lanciato da malviventi informatici che hanno provato a mettere in crisi il nostro sistema bancario prendendo di mira i siti web di alcune delle principali banche italiane. In particolar modo è stato il sito web ufficiale di Banca Intesa ad essere stato preso di mira e a pagarne maggiormente dazio.
Gli istituti bancari presi di mira
Oltre ad Intesa Sanpaolo, anche altri istituti finanziari di grosso spessore come Bper, Monte dei Paschi di Siena, Banca popolare di Sondrio, Fineco, Intesa e Fideuram, sono stati condizionati negativamente dall’attività dei pirati informatici, anche se in concreto i danni subiti sono stati molto contenuti. I protagonisti di questo attacco, secondo quanto riportato dall’Agenzia per la Cyber, sarebbero stati i pirati informatici di Noname057(16) non nuovi a questo tipo di scorribande digitali.
I danni ai siti bancari sarebbero irrilevanti
Secondo la stima dei danni effettuata dall’Agenzia per la Cyber, i danni riportati dai siti web delle banche prese di mira dagli hacker, sarebbero stati poco rilevanti. La stessa Agenzia ha fatto sapere di essere costantemente all’opera per monitorare “con la massima attenzione” la situazione e l’operatività dei siti web istituzionali “anche in relazione ai recenti avvenimenti che hanno prodotto una breve indisponibilità di alcuni di loro”. Le campagne di attacco sferrate dagli hacker sarebbero di tipo Distributed denial of service (DdoS). CONTINUA A LEGGERE…
Noname ha rivendicato l’attacco su Telegram
Dietro questi attacchi ai siti istituzionali e bancari italiani e di altri paesi europei, ci sarebbero gruppi di hacktivisti filorussi. Una delle tipologie di attacco portate avanti da Noname prevede l’adozione di strategie DDoS, con le quali vengono inviate quantità enormi di richieste ai siti web che conseguentemente vanno in tilt. Lo stesso gruppo Noname, sul proprio canale Telegram, ha rivendicato la propria azione giustificata dalle posizioni “russofobiche” delle autorità italiane.
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