Il virus è stato rilevato sulle zecche che hanno morso il camoscio nella Val Gerola: il duro monito della Coldiretti Sondrio
Il caso di virus Tbe rilevato poche ore fa su un camoscio che vive nei boschi della Val Gerola, ha subito destato allarme nel mondo della scienza. Finora, stando a quanto trapela da fonti attendibili, il temibile virus è stato riscontrato solo nelle zecche e non sulla carcassa del camoscio. Un episodio che ha indotto la Coldiretti ad inasprire la propria critica per l’inerzia delle istituzioni dinnanzi alla continua proliferazione di animanli selvatici e predatori che rappresentano una seria minaccia per l’agricoltura della provincia di Sondrio.
Il duro atto di accusa della Coldiretti
Duro l’attacco da parte del presidente di Coldiretti Sondrio, Sandro Bambini, che in una sua esternazione ha attaccato la “situazione fuori controllo” relativa alla presenza di branchi di lupi nel settentrione lombardo e alle “crescenti predazioni”. “Riteniamo sia imperativo tutelare il futuro di agricoltura e allevamento nelle zone montane o collinari” ha dichiarato Bambini, auspicando che in futuro venga effettuato un “presidio degli alpeggi e delle aree più periferiche” anche al fine di prevenire “quei gravi dissesti idrogeologici che, invece, si verificano nelle aree dove la presenza delle aziende agricole è assente o minore. Siamo più che disposti a un confronto ma la soluzione va trovata”.
Le priorità per il futuro
Il presidente di Coldiretti Sondrio ha elogiato la dedizione con cui i giovani si dedicano all’allevamento e alla transumanza, anche se le aziende del settore, ancora oggi, si trovano a fronteggiare non pochi problemi “operativi” come quello, appunto, della fauna selvatica che rappresenta una costante minaccia per i pascoli in quota. Insomma, intervenire sulla piaga della predazione da parte degli animali selvatici dovrà diventare in futuro una priorità al fine di presidiare il territorio e assicurare un futuro alle aziende che lavorano in montagna anche con l’obiettivo di “preservare la biodiversità anche in ambito zootecnico”.
Dove è stato ritrovato il camoscio positivo
Il camoscio trovato positivo alla meningoencefalite da zecche (TBE) era stato ritrovato nei boschi delle alpi Orobie, in Valtellina, a Rasura, lo scorso 13 aprile. L’esito delle analisi virologiche e sierologiche sulla carcassa dell’animale, sono state rese note solo poche ore fa. Gli esperti sono al lavoro per tipizzare il ceppo virale riscontrato sui parassiti del camoscio per verificare se analogo o meno ai ceppi virali riscontrati nelle due province di Bergamo o Lecco.
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