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Giovedì 14 Novembre
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Carta prodotta dalla paglia di grano: addio alla cellulosa?

Carta prodotta dalla paglia di grano: addio alla cellulosa?
Carta, addio cellulosa: diventerà sostenibile - Foto Pixabay

Carta prodotta dalla paglia di grano? L’esperimento di un’azienda

Addio cellulosa, la carta usa e getta (come i fazzolettini) presto potrebbe diventare sostenibile all’origine. Come? Sostutiendo l’uso della cellulosa con scarti di materie agricole, ricavate dalla paglia di grano. Stando a quanto si legge su Il Sole 24 Ore, è proprio questa l’intenzione di Essity, azienda nota come Sca, che produce alcuni brand famosi come Tena, Nuvenia e Tempo.

Già si usano altri materiali per la produzione di carta

Al momento per la produzione di carta già vengono utilizzati tutolo di mais, pastazzo di grumi e scarti del caffè: il tutto grazie alla collaborazione di Essity Italia con la cartiera Favini. La vera novità, quindi, sono gli scarti del grano: la produzione sarà avviata in Germania, a Mannheim, dov’è localizzato uno stabilimento apposito. 

Nel 2020 al via la produzione a livello industriale?

Il progetto, per ora, è in fase di test: la tecnologia arriva dagli Stati Uniti e porta il nome di Sustainable fiber technology (Sft). Al momento, essendo in fase di test, non vengono rilasciati dati sull’effettivo risultato della carta che ne deriverà. Entro il 2020, comunque, dovrebbe essere avvita la produzione a livello industriale.

Carta da paglia di grano simile a quella da cellulosa

L’obiettivo, ovviamente, è quello di salvaguardare sempre di più l’ambiente e, in questo caso, in particolare gli alberi. Ma non solo: vantaggi, infatti, sono previsti anche per il consumatore. Questa carta, a quanto pare, è bianca senza interventi chimici, morbida e forte, del tutto paragonabile a quella che si riesce ad ottenere dalla pura cellulosa.

La produzione avverrà anche in Italia

Anche in Italia, grazie ad un investimento di circa 37 milioni di euro, dovrebbe essere presto avviata la lavorazione: pronti gli stabilimenti toscani di Collodi, Porcari e Altopascio. Si punta al chilometro zero e anche al risparmio dell’acqua in fase di produzione. Sarà anche possibile, inoltre, utilizzare un’ulteriore scarto derivante dalla produzione, ovvero un fertilizzante biologico.

Servono le certificazioni necessarie

La carta da paglia di grano, però, dovrà anche superare la certificazione Food Contact a cui sono già stati sottoposti, in passato, arancia, mais e caffè, con risultati positivi. Al momento, però, queste polpe vengono utilizzate solo al 15% nell’impasto dei prodotti: è per questo che l’intenzione è continuare a cercare nuove strade. Kiwi e vitigno, ad esempio, non sono risultati idonei. Prossime strade potrebbero essere potature da piante di banano e ananas o la canapa. 

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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