Connessione a internet tramite il cervello
Wifi? Router? Cavo ethernet? Niente di tutto questo. Tra qualche anno, secondo gli scienziati americani, sarà possibile connettersi ad internet direttamente tramite il nostro cervello. Uno scenario futuristico, quasi utopistico, che però sembrerebbe non così lontano dalla realtà. Questo grazie a una speciale tecnologia, la Brain/Cloud Interface (B/CI), che consentirebbe di associare il pensiero a un vero e proprio browser. Come funziona?
La connessione a internet tramite la tecnologia Brain/Cloud Interface
I ricercatori americani dell’Università di Berkeley e dell’Institute for Molecular Manufacturing sono certi che tutto ciò sarà presto possibile, grazie alle enormi potenze di calcolo e alle ampliate larghezze di banda che saranno disponibili in futuro. La tecnologia futuristica Brain/Cloud Interface prevede che dei dispositivi microscopici verrebbero inseriti nell’organismo umano tramite il sistema vascolare e, dopo aver attraversato la barriera emato-encefalica, andrebbero a installarsi nelle cellule cerebrali. A quel punto è come se avessimo un wifi incorporato all’interno del nostro stesso corpo. Ma cosa succederebbe al nostro cervello? Ci sarebbero problemi al nostro encefalo? E, in seconda battuta, cosa ne sarebbe delle grandi compagnie telefoniche che forniscono connessione internet a tutto il mondo? Ovviamente si tratta di un’ipotesi non ancora brevettata e su cui sono ancora in corso analisi approfondite. Tuttavia, secondo i ricercatori, una connessione al web direttamente dal nostro cervello sarebbe davvero possibile…
Le speranze dei ricercatori sulla connessione web tramite cervello umano
“Un sistema B/CI umano – ha dichiarato Nuno Martins, tra gli autori dello studio – mediato da nanorobot neuronali potrebbe consentire alle persone con accesso istantaneo a tutte le conoscenze umane cumulative disponibili nel cloud, migliorando significativamente le capacità di apprendimento umano e l’intelligenza. Sono stati già fatti dei test sui topi per accoppiare campi magnetici esterni a campi elettrici neuronali, ovvero rilevare e amplificare localmente questi segnali magnetici e consentire loro di alterare l’attività elettrica dei neuroni”.
(Fonte NotizieScientifiche.it)
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.