Una equipe di scienziati e tecnici è al lavoro per creare l’app europea che traccerà la diffusione del Coronavirus
Una coalizione europea di tecnici e scienziati attinta da almeno otto paesi e guidata dal tedesco Fraunhofer Heinrich Hertz Institute for telecoms (HHI), sta lavorando alla tecnologia di prossimità per la ricerca di contatti per COVID-19 progettata per rispettare le rigide norme sulla privacy ma aiutare anche a rintracciare i contatti delle persone contagiate sulla scorta della strategia adottata dalla Corea del Sud per sconfiggere il virus.
La tecnologia mobile può tracciare la diffusione del virus
La localizzazione tramite gli smartphone anche per scopi di salute pubblica è difficile da immaginare in Europa, che ha una lunga storia di protezione legale per la privacy individuale. Tuttavia, la pandemia del coronavirus potrebbe indurre i governi a rivolgersi alle tecnologie mobili per cercare aiuto nel tracciare la diffusione del virus, supportando la loro risposta alla salute pubblica e mitigando gli impatti sociali ed economici maggiori.
Gli inglesi si sono rivolti a Google e Microsoft per aiutare il servizio sanitario nazionale
Decine di app stanno spuntando in tutta Europa per attaccare il coronavirus da diverse angolazioni. La no-profit europea sulla privacy, Noyb, sta mantenendo un elenco aggiornato di approcci, guidati sia da governi che da progetti del settore privato, per utilizzare i dati personali per combattere la SARS-CoV-2 e la diffusione del virus. L’efficacia di tale app non è chiara, ma la richiesta di tecnologia e dati per alimentare tali sforzi proviene da ogni luogo. Nel Regno Unito il governo ha chiamato rapidamente giganti della tecnologia, tra cui Google, Microsoft e Palantir, per aiutare il Servizio sanitario nazionale a determinare dove devono essere inviate le risorse durante la pandemia. Mentre la Commissione europea si è appoggiata a servizi di telecomunicazione per consegnare i dati sulla posizione degli utenti per eseguire il monitoraggio del coronavirus, sebbene in forma aggregata e anonima.
L’idea è quella di frenare la seconda ondata di contagi
L’idea principale è quella di sfruttare la tecnologia degli smartphone per aiutare a interrompere la prossima ondata di infezioni avvisando le persone che sono venute a stretto contatto con una persona infetta, tramite il proxy dei loro smartphone. Fin qui tutto standard. Ma la coalizione dietro lo sforzo vuole guidare gli sviluppi in modo tale che la risposta dell’UE al COVID-19 non prenda la strada della rigida sorveglianza statale cinese dei cittadini.
Mentre, per il momento, restano in vigore rigide misure di quarantena in gran parte dell’Europa, potrebbe esserci un allentamento delle normative che vietano agli stadi di intromettersi nella privacy dei cittadini, dato che la maggior parte delle persone sono rinchiuse a casa. Ma la domanda incombente è che cosa succede quando verranno revocate le restrizioni alla vita quotidiana?
A Singapore l’app TraceTogether ha avuto un grande successo
La traccia dei contatti – come modo per offrire la possibilità di interventi che possono spezzare qualsiasi nuova catena di infezione – viene propagandata come componente chiave per prevenire una seconda ondata di infezioni da coronavirus da parte di alcuni, con esempi come l‘app TraceTogether di Singapore.
Sembra che Singapore abbia avuto un certo successo nell’impedire che una seconda ondata di infezioni si trasformasse in un grave focolaio, attraverso un regime di test aggressivo e di tracciamento dei contatti. Una app che controlli gli spostamenti dei cittadini sarebbe preziosa anche per gestire al meglio la fase 2 della gestione dell’emergenza che allenterà le restrizioni e consentirà alla gente di uscire più liberamente seppur rispettando tutte le misure previste per la profilassi.
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