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Coronavirus, l’emergenza fa crollare il prezzo del petrolio: ecco perchè non cala il costo della benzina

Coronavirus, l'emergenza fa crollare il prezzo del petrolio greggio: ecco perchè i prezzi alla pompa non si sono ridotti

Coronavirus, l’emergenza fa crollare il prezzo del petrolio: ecco perchè non cala il costo della benzina
Il costo del petrolio al barile ha raggiunto gli 80 dollari (Foto: Pixabay)

L’emergenza Coronavirus ha seminato il panico sui mercati facendo crollare il prezzo del greggio: ma perchè non cala il prezzo della benzina alla pompa ?

La crisi legata all’emergenza Coronavirus non ha riguardato solo i sistemi sanitari di tutto il mondo (in particolar modo in Italia) ma sta causando strascichi non indifferenti anche a settori nevralgici dell’economia. Il blocco della produzione imposto dalle misure di quarantena hanno fatto calare bruscamente la domanda di petrolio, il cui prezzo è crollato attorno ai 27 dollari al barile e sembra essere destinato a crollare ancora di più.

Perchè i prezzi della benzina non scendono ?

Molti consumatori si attendevano, in corrispondenza di un calo del prezzo del greggio, anche un calo del costo del carburante che però al momento sembra non essere avvenuto. Vanno però tenute in debita considerazione alcuni fattori che hanno giustificato il mancato calo del prezzo. I guadagni risicati dei gestori delle pompe di benzina (che guadagnano circa 3 centesimi ogni litro venduto) e il calo dei consumi legati alle restrizioni legate alla circolazione sono stati due fattori che al momento hanno contribuito notevolmente al mancato calo del costo della benzina alla pompa.

I dati che attestano la crisi del settore

Secondo i dati comunicati da FederPetroli Italia e relativi alla settimana da venerdì 6 marzo a venerdì 13 marzo, nel nostro paese sono stati venduti circa 2.000 litri di carburante. Un dato disastroso che ha evidenziato un calo del 75/80 % rispetto al consumo medio settimanale. Se un gestore ha venduto 2 mila litri circa, è facile immaginare che il proprio guadagno medio giornaliero si sia aggirato attorno ai 100 euro a settimana lordi che al netto delle tasse si riduce notevolmente.

Un effetto domino che causerà tagli e licenziamenti

Anche le aziende che trasportano carburante hanno denunciato un brusco calo delle consegne di carburante causato dal crollo della domanda. Questo ha frenato la discesa dei prezzi ma vi è di più. Anche in questo periodo di emergenza e di blocchi causati dall’emergenza Coronavirus, le raffinerie hanno continuato a raffinare quel petrolio greggio che venne verosimilmente acquistato (ad un prezzo chiaramente più alto) quando ancora l’emergenza legata al virus non era in atto. Il calo della domanda ha aumentato anche le scorte di petrolio dovuto al rallentamento generale dell’economia.

L’emergenza Coronavirus ha anche causato una diminuzione della raffinazione del 35 %. Se le cose non dovessero migliorare a stretto giro, si presume che il mercato dovrà adeguarsi abbassando il costo della benzina e quindi dei prezzi alla pompa con gravi ripercussioni sull’indotto industriale dell’Oil & Gas, dove già si prevedono tagli e licenziamenti. E’ chiaro che la situazione di emergenza avrà ripercussioni non solo per quanto riguarda il settore dell’energia ma anche per quello che concerne la gran parte dei settori produttivi con il rischio di una corposa perdita di posti di lavoro.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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