Grazie a questo studio gli scienziati potrebbero capire i meccanismi per rallentare l’invecchiamento
Cosa succede alle cellule dopo i 70 anni? Uno studio condotto da ricercatori inglesi ha individuato con chiarezza cosa accade alle cellule dopo questo periodo. Lo studio in questione è stato sviluppato partendo da alcune osservazioni sulle anomalie genetiche che si sviluppano graduatamene nel corso della vita, incidendo soprattutto nel modo in cui si genera il sangue dopo aver compiuto, appunto, l’età succitata. L’Istitute Wellcome Sanger ha pubblicato sulla rivista Nature queste scoperte, individuando in mutazioni somatiche o alterazioni del codice genetico questa particolarità, dando anche una nuova spiegazione all’invecchiamento.
Lo studio sull’età cellulare
Da un punto di vista fattuale, il Wellcome Sanger Institute, in collaborazione con ricercatori indipendenti e il Cambridge Stem, hanno esaminato come il modello osseo di 10 persone in età compresa fra quella neonatale e anziana produceva le cellule. A circa 3580 cellule staminali è stato sequenziato il genoma intero, permettendo ai ricercatori di riprodurre veri e propri alberi genealogici del sangue che dopo i 70 presentano significativi cambiamenti nella loro struttura. In questo senso la scoperta è molto importante, perché permette di avanzare teorie sulla vita cellulare.
Le conclusioni sull’invecchiamento
I ricercatori hanno concluso e avanzato l’ipotesi che, l’invecchiamento, è quasi certamente causato dall’accumulo di danni alle nostre cellule: queste mutazioni sono sostanzialmente innocue, ma fa perdere alle stesse la riserva funzionale, portando ad un degrado della funzionalità degli organi he può essere più o meno marcata a seconda dei casi. La dimostrazione è stata data dall’osservazione degli adulti di età inferiore ai 65 anni, perché nel loro corpo fino a 200.000 cellule erano in grado di contribuire in maniera identica alla loro creazione, mentre negli anziani con età superiore ai 70 anni questa produzione era fortemente irregolare. CONTINUA A LEGGERE…
Le dichiarazioni degli scienziati inclusi nel progetto
Il Dr. Emily Mitchell, dottorato di ricerca e studente del Wellcome Sanger Institute ha dichiarato che in base ai risultati delle analisi è stato possibile individuare come, a causa delle mutazioni del driver, il sangue si riproducesse in maniera inaspettata. Anche la Dottoressa Elisa Laurenti, Assistan professor, ha affermato che questi accadimenti si verificano anche più frequentemente nei soggetti che hanno fumato o sono stati esposti con maggiore facilità ad accadimenti in grado di aumentare l’invecchiamento cellulare. Questo studio, comunque, può essere la svolta per capire i meccanismi dietro l’invecchiamento e cercare di rallentarlo del tutto.
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