Nomofobia, la dipendenza da smartphone: cos’è?
Il suo nome clinico è nomofobia (ovvero paura di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia mobile) e, anche se non è ancora riconosciuta da nessun ente sanitario globale e non è un disturbo psichiatrico, può rappresentare un vero e proprio problema: stiamo parlando della cosiddetta dipendenza da smartphone. Vivere costantemente attaccati al cellulare, non riuscire a farne a meno, utilizzarlo fino a tarda notte rinunciando ad ore di sonno pur di rimanere ancora un po’ a controllare un social network, a giocare o a fare qualsiasi altra operazione. Leggi anche Offerte telefonia mobile, le migliori promo sotto i 10 euro di marzo 2021
Quando l’utilizzo dello smartphone influisce sul sonno
Non sono poche, in realtà, le persone dipendenti dallo smartphone: secondo una ricerca, che ha preso in esame il comportamento di 1.043 studenti di età compresa tra i 18 e i 30 anni del King’s College di Londra, stiamo parlando del 40% dei studenti. È quanto si legge in un nuovo studio, come riporta Hdblog.it, pubblicato di recente su Frontiers in Psychiatry, che ha messo in relazione l’utilizzo dello smartphone e la qualità del sonno. Un eccessivo utilizzo dello smartphone, infatti, può creare problemi e influire proprio sulla qualità del sonno. Leggi anche WhatsApp, le foto si possono “pixelare”: ecco i trucchi per farlo
I risultati dello studio
Secondo lo studio in questione, infatti, utilizzare lo smartphone fino a tarda notte non permette di avere un sonno di buona qualità: tra gli studenti che hanno partecipato alla ricerca, infatti, coloro che hanno segnalato un elevato uso dello smartphone hanno manifestato difficoltà ad addormentarsi, una riduzione della durata del sonno e stanchezza diurna. Questa correlazione sarebbe causata da un ritardo del ritmo circadiano, l’orologio biologico che regola sonno e veglia: la luce emessa dallo smartphone, di fatto, “confonde” quest’orologio. Leggi anche Instagram, novità in arrivo: ecco le Stanze in diretta. Parte la sfida a Clubhouse
Evitare l’utilizzo dello smartphone un’ora prima di andare a letto
Il consiglio è quello di iniziare ad utilizzare il display con una scala di grigi in tarda serata, anche se in generale andrebbe evitato l’utilizzo di computer, telefoni cellulari o tablet almeno un’ora prima di andare a letto. Qualsiasi sorgente di luce a spettro LED, infatti, può sopprimere i livelli di melatonina. Ovviamente, come ammesso dagli stessi autori dello studio, essendo una ricerca “trasversale” non si possono avere conclusioni definitive sull’uso del telefono come causa della scarsa qualità del sonno, ma una certa influenza è ormai palese.
Alcuni consigli da seguire
Alcuni consigli possono aiutarci a convivere al meglio con i nostri smartphone. Innanzitutto pianificare un timeout, trovando dei momenti della giornata in cui spegnere il telefono (durante riunioni, cene di famiglia, chiacchierate con genitori o figli); escludere alcune app dagli smartphone (esempio: utilizzare Facebook e Twitter solo da computer); usare una scala di grigi o la modalità notte (quest’ultima limita l’emissione di luce blu e affatica meno la vista); non portare il cellulare a letto; usare al mattino una sveglia classica per evitare che lo smartphone sia il primo pensiero appena svegli.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.