Si chiama Humbertium Covid e rischia di rappresentare una seria minaccia per le nostre coltivazioni
L’ecosistema del nostro paese potrebbe ben presto essere minacciato dalla presenza di uno strano verme, la cui specie è stata scoperta solo nel 2019. Si tratta del verme martello, la cui presenza è già stata segnalata in alcune regioni italiane, tra le quali anche il Lazio e il Veneto. In particolare, avrebbe fatto la propria comparsa nel trevigiano dove se ne contano a centinaia. Hanno un caratteristico colore nero e sono attivi già nelle prime ore del mattino. Le prime segnalazioni della presenza, e della nocività, di questo verme giunsero dalla Francia nel 2019.
Chi ha scoperto questi vermi
Questa specie è stata denominata Humbertium covidum, un nome legato al Covid proprio perchè scoperto nell’anno in cui si è diffusa la pandemia. A scoprire l’esistenza di questi strano vermi furono Jean-Lou Justine del Muséum national d’histoire naturelle (MNHN) e Leigh Winsor della James Cook University. In una intervista pubblicata sulla rivista The Conversation, hanno dichiarato di aver dedicato il nome di questi piccoli vermi alle persone che sono state uccise dal Covid. Questi vermi dalla forma piccola, sono lunghi in media solo 3 centimetri ma possono rivelarsi molto nocivi, nonostante le dimensioni, per il nostro ecosistema.
Dove è stata segnalata la presenza di questi vermi
La forma di questi vermi è piatta ed allungata. A prima vista il loro colore è simile a quello di un metallo nero e liquido, come hanno spiegato i ricercatori che li hanno scoperti. La loro testa è piuttosto larga, per questo motivo vengono anche appellati con il nome di verme martello. La presenza di questo verme è stata segnalata, oltre che in Italia e Francia, anche in Russia, Cina e Giappone. Trattandosi di vermi non generati dal nostro ecosistema, ma probabilmente provenienti dall’Asia orientale, potrebbero rappresentare una minaccia per le nostre coltivazioni. CONTINUA A LEGGERE….
Cosa fare in caso di avvistamento
Si ipotizza che possa essere “sbarcato” in Europa nascosto nel terriccio di piante d’importazione, o insieme a qualche altra merce. D’altronde abbiamo già assistito alla presenza di parassiti alieni che hanno causato notevoli danni alle coltivazioni in passato. Una piaga che si è inasprita negli ultimi decenni, proprio per i frequenti scambi di merce con l’Asia. Trattandosi di un verme predatore, è probabile che possa nutrirsi di piccole lumache e vermi. Il rischio è che la sua presenza possa alterare la biodiversità dei nostri terreni, danneggiando le produzione agricole in maniera irreversibile. Se si notano vermi che hanno le sembianze di un verme martello, occorre segnalare subito l’eventuale avvistamento all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Si può anche scrivere un email a specieinvasive@isprambiente.it.
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