Adesso anche l’Africa non sarebbe più immune dall’azione devastante della Chitridiomicosi che ha già sterminato il 41% delle specie
Dal 2000 ad oggi la Chitridiomicosi, una gravissima infezione funginea, ha sterminato in tutto il mondo oltre 500 specie di anfibi risparmiando solo il continente africano. Ma negli ultimi mesi anche il Continente Nero sembra non essere più immune da questa terribile infezione che minaccia di estinguere molte specie di anfibi. Si stima che finora il 41% delle specie ad oggi registrate non esista più proprio a causa dell’infezione da Chitridiomicosi.
Un’apocalisse senza fine
Si tratta di una vera e propria apocalisse degli anfibi la cui responsabilità va attribuita al patogeno, Batrachochytrium dendrobatidis (Bd), che sembra adesso imperversare anche in Africa, come riporta una ricerca pubblicata sulla rivista Frontiers in Conservation Science. Le spore di questo fungo in genere proliferano in ambienti freschi e umidi finendo poi sulla bocca di salamandre, tritoni, rane e rospi. Pur risparmiando i girini, questo fungo stermina gli esemplari adulti generando tutta una serie di sintomi che poi sfociano in un arresto cardiaco.
Il primo caso venne diagnosticato negli anni ’30
Soprattutto dagli anni 2000 in poi si sono registrati frequenti episodi di chitridiomicosi, anche se le primissime forme registrate risalgono alla fine degli anni Settanta nel Nord America Occidentale. Risale invece al 1933 la prima diagnosi di infezione da chitridiomicosi su un anfibio che viveva in Camerun. Soprattutto negli ultimi anni si è registrato un significativo aumento dei casi in nazioni come il Camerun, il Kenya e il Burundi. CONTINUA A LEGGERE…
I cambiamenti climatici potrebbero aver favorito la diffusione del fungo
Ma come mai anche l’Africa non è più immune dall’azione mortifera di questo fungo? Probabilmente, secondo gli esperti, la causa sarebbe da rintracciare nei cambiamenti climatici che ne hanno consentito la diffusione in Africa orientale, centrale ed occidentale. Gli anfibi africani, soprattutto negli ultimi anni, sono stati maggiormente suscettibili all’insorgenza di malattie ed infezioni e adesso l’intera specie sembra essere a rischio. Non c’è dubbio che si tratti della peggiore malattia che abbia mai colpito la fauna selvatica.
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