Un nuovo studio ha permesso di individuare l’area del cervello coinvolta nella cognizione musicale
La capacità di comprendere la musica abbraccia quasi tutte le società umane. Anche altre creature del regno animale mostrano comportamenti musicali, si pensi al canto degli uccelli, ai richiami delle megattere e alle vocalizzazioni dei bonobo, tuttavia gli scienziati affermano che la nostra cognizione musicale sembra essersi evoluta distintamente rispetto alle altre creature del regno animale. Un nuovo studio ci ha fornito maggiori informazioni sulla relazione tra cervello e musica, riconoscendo che il canto ha una firma neurale distinta rispetto al parlato o alla musica strumentale.
Lo studio è stato effettuato mediante l’elettrocorticografia
Per avere un quadro preciso di ciò che accade nel cervello quando le persone ascoltano dei suoni, i ricercatori hanno utilizzato una tecnica chiamata elettrocorticografia (ECoG), attraverso la quale gli elettrodi vengono posizionati all’interno del cranio per registrare l’attività elettrica del cervello. Il tipo di informazioni raccolte da una ECoG è molto più preciso rispetto ad altre tecniche di misurazione dell’attività cerebrale, perché gli elettrodi sono posizionati direttamente sul cervello, cosa che non avviene ad esempio durante una elettroencefalografia (EEG). Naturalmente, l’applicazione di elettrodi direttamente sul cervello rappresenta una procedura invasiva, quindi i ricercatori hanno raccolto per diversi anni i dati da pazienti affetti da epilessia, che si erano già sottoposti a interventi chirurgici per trattare le convulsioni.
I risultati della ricerca
A questi pazienti vennero registrate le attività cerebrali durante l’esecuzione di determinati compiti. Nel caso di questa ricerca, il compito consisteva nell’ascoltare 165 suoni comuni, tra cui la vibrazione di un telefono cellulare, il gocciolare di liquidi, il parlare di un uomo e la digitazione di un testo. In questo mix di suoni era inclusa anche la musica, sia accompagnata dal canto, sia la sola musica strumentale. In modo totalmente inaspettato, i ricercatori hanno individuato una distinta popolazione di neuroni che rispondeva specificamente al canto e che si distingueva dalla rappresentazione neurale della musica strumentale e del parlato più in generale. CONTINUA A LEGGERE…
Cosa si è scoperto
Un autore dello studio ha affermato che questa scoperta indica che il cervello umano contiene una popolazione neurale specifica per l’analisi del canto e sottolinea che questi risultati suggeriscono che la musica è rappresentata da distinte popolazioni neurali, selettive per diversi aspetti della stessa e almeno una delle quali risponde specificamente al canto. Il canto ha, infatti, delle caratteristiche, quale l’intonazione melodica, la ritmicità e altre strutture specifiche della voce, che necessitano quindi di una propria firma neurodinamica e che le popolazioni neurali selettive del canto si integrino in modo non lineare attraverso molteplici caratteristiche che differenziano il canto dal parlato e dalla musica. I ricercatori hanno combinato i dati di questa ricerca con quelli fMRI di uno studio precedente. Questa combinazione, oltre ad indicare un importante progresso metodologico, ha offerto ai neuroscienziati una migliore cognizione di come il nostro cervello rappresenti la musica.
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