Google-Huawei, sospesi aggiornamenti Android: c'è la tregua | Cosa sta succedendo
Huawei avrà qualche mese di tempo per reagire al nuovo divieto di Google e degli USA
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Google, 90 giorni di tempo a Huawei per riorganizzarsi
Piccola tregua tra Google e Huawei, i due colossi mondiali “in guerra" da pochi giorni: il governo statunitense ha dato all'azienda cinese 90 giorni di tempo per riorganizzarsi al meglio dopo il provvedimento, preso dagli USA, di sospendere gli aggiornamenti Google nei confronti di smartphone e tablet Huawei. Tutto rinviato di tre mesi dunque, come spiega Il Sole 24 Ore, con nuova deadline fissata per il 19 agosto 2019. Gli smartphone Huawei che usciranno da quella data in poi, infatti, non godranno più degli aggiornamenti di Google su app come Gmail e Google Play Store, che dopo poco tempo non potranno utilizzare più. Su tutti il nuovissimo Huawei Mate 20 Pro, che non presenterà il sistema operativo Android Q (in uscita a settembre 2019).
La licenza temporanea e gli scenari
Wilbur Ross, Segretario al Commercio degli Stati Uniti, ha fatto sapere che “è stato concesso a Huawei il tempo di prendere altre misure e riorganizzarsi in vista del provvedimento definitivo". In questi 90 giorni di fuoco", dunque, Huawei godrà di una licenza temporanea sulle app di Google, ma dovrà trovare subito la soluzione a un problema che riguarda milioni di suoi utenti. Da una parte c'è lo scenario di un accordo “alla Brexit" con Google, dall'altro lo spettro di un'azienda che cade sotto i colpi spietati degli USA. Da qui al 19 maggio tutto può succedere.
Gmail, Google Play Store e software Android a rischio
Lo scenario che si profila è che tutti i dispositivi Huawei d'Europa e degli USA che saranno lanciati nei prossimi mesi e anni non riceveranno più aggiornamenti sulle app di Google, su tutte Gmail e Google Play Store, tra le più utilizzate al mondo e che sarebbero sostituite da servizi 100% Huawei. Questo problema, che non riguarda la Cina in quanto questi servizi non sono attivi nel paese asiatico, rischia di compromettere milioni di smartphone Huawei e, alle lunghe, renderli “inutili" perché privi di strumenti utili sia per lavorare che per il tempo libero. Ma non è tutto: il problema sarebbe anche il sistema operativo Android, con Huawei costretta a proporre soltanto la versione Aosp del software, quella con licenza open source, molto più limitata di quella tuttora in funzione negli smartphone Huawei.
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Google, il motivo della sospensione degli aggiornamenti a Huawei
Il motivo della “scure" di Google su Huawei, spiega Repubblica.it, è l'inserimento dell'azienda cinese nella blacklist di Donald Trump, Presidente degli Stati Uniti d'America: tra il suo paese e la Cina, infatti, non è un buon periodo dal punto di vista dei rapporti, delle trattative commerciali e per via della “guerra" sulla realizzazione delle reti 5G che vede protagoniste queste due nazioni. Perciò, dunque, Trump ha deciso di dare un altro schiaffo alla Cina, a Huawei e (ahimè) a tutti i suoi utenti. Ma cosa succederà in concreto?
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La rassicurazione per gli utenti Huawei e la posizione del governo cinese
L'azienda cinese ha voluto poi precisare che tutti coloro in possesso di uno smartphone o un tablet Huawei potranno continuare ad utilizzare tranquillamente i loro dispositivi e tutti i vari servizi: “Ti assicuriamo che, mentre rispettiamo tutti i requisiti del governo Usa, servizi come Google Play e sicurezza di Google Play Protect continueranno a funzionare sul tuo dispositivo Huawei esistente". E intanto dalla Cina arriva il sostegno del governo nel ricorso contro Google: “La decisione di Google di ritirare la licenza d'uso del sistema operativo Android sui prodotti Huawei – ha dichiarato Lu Kang, portavoce del ministero degli Esteri cinese, e riporta Repubblica.it – che perderebbero così anche l'accesso al Google Play Store e a tutte le applicazioni della stessa Google, rischia di danneggiare gravemente i consumatori. L'Italia in particolare, dato che è il primo paese in Europa per numero di smartphone e tablet Huawei venduti, rischia di subire le conseguenze più pesanti". Cosa succederà ora?
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.
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