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Mercoledì 26 Febbraio
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I terremoti sotto il vulcano dell’Alaska potrebbero essere il segnale premonitore di una eruzione imminente

I terremoti che stanno interessando il Monte Spurr sono stati localizzati sotto il lato nord della bocca sommitale: ecco i dettagli

I terremoti sotto il vulcano dell’Alaska potrebbero essere il segnale premonitore di una eruzione imminente
Vulcano

Gli esperti affermano che c’è una probabilità del 50% che il Monte Spurr erutti in Alaska: il punto della situazione

Il monte Spurr in Alaska alto circa 3.300 metri sta attraversando una fase bradisismica molto preoccupante con piccoli terremoti che ormai si susseguono da diversi mesi e che secondo gli scienziati potrebbero preludere ad una nuova forte eruzione. Il sismologo vulcanico Matthew Haney, dell’Alaska Volcano Observatory di Anchorage, ha dichiarato ad ABC News che le possibilità di un’eruzione sono del 50% dopo l’incremento dell’attività sismica degli ultimi 10 mesi.

I rischi per la popolazione

Il vulcano si trova a soli 130 chilometri a ovest di Anchorage, dove risiede una popolazione di 286.075 abitanti. Considerando che in caso di eruzione la città potrebbe essere avvolta da una nuvola di polvere, come già accaduto in passato, mettendo a rischio l’incolumità della popolazione. L’eruzione del 1953 causò l’emissione di una vastissima nube di cenere a più di 10.000 metri sopra il livello del mare, anche se in quella circostanza non si verificarono vittime.

I precedenti

Secondo gli esperti, i terremoti che stanno interessando il Monte Spurr sono stati localizzati sotto il lato nord della bocca sommitale. L’ultima eruzione fu caratterizzata da tre fasi distinte nell’arco di diversi mesi nel 1992. L’aeroporto di Anchorage fu costretto a chiudere per 20 ore a causa della nube di polvere e cenere che avvolse la città. In quel caso si registrò solo una vittima per infarto causato dalla caduta di cenere, mentre i danni per la città furono stimati in un paio di milioni di dollari. Oltre al bradisismo, gli esperti hanno anche notato un rigonfiamento del vulcano di circa 6,4 centimetri. Un segnale evidente che la morfologia del vulcano sta cambiando a causa della risalita di lava.

Le rassicurazioni delle autorità locali

Le autorità locali non hanno ancora deciso di mettere in atto misure di emergenza poiché anche nel 2004 e nel 2012 si sono verificate crisi bradisismiche analoghe che non sono state seguite da fenomeni eruttivi. Inoltre, gli esperti dell’USGS hanno affermato che ci si aspetterebbe un’attività sismica maggiore di quella che abbiamo visto finora prima di un’eruzione, anche intorno alle fumarole o alle bocche nella roccia. Si spera che in caso di eruzione le autorità abbiano il tempo di avvisare la popolazione e di prendere le adeguate contromisure per scongiurare il peggio. Intanto prosegue l’attività di monitoraggio.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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