Il "DNA spazzatura" fa sviluppare i tumori: ecco cosa succede
Un team di ricercatori italiani ha scoperto che il "DNA spazzatura" può nascondere tumori importanti
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Il “DNA spazzatura" è pericoloso per la salute: può contribuire allo sviluppo dei tumori
Altro che “DNA spazzatura“! Il DNA non codificante, noto anche come “spazzatura", non è così inutile come sembra, anzi… può essere un grande pericolo. Esso infatti, come riporta Ansa.it, nasconde possibili mutazioni genetiche che contribuiscono allo sviluppo dei tumori. Una piaga non da poco per la scienza e l'umanità.
Come agisce il “DNA spazzatura"
Un team di ricercatori dell'Università “Federico II" di Napoli, capitanato dai Professori Mario Capasso e Achille Iolascon e il cui lavoro è stato pubblicato sulla rivista Cancer Research, ha scoperto che il “DNA spazzatura" (ovvero quello che non contiene le istruzioni per produrre proteine) cela il neuroblastoma, uno dei tumori del sistema nervoso più gravi e diffusi tra i bambini. Il non rilevamento di questo cancro, in una “zona" finora insospettabile, contribuisce di conseguenza al suo sviluppo nell'organismo. E non è tutto perché questo tipo di DNA potrebbe nascondere anche altre pericolose e insospettabili patologie.
L'esperimento
Gli scienziati italiani hanno studiato il “DNA spazzatura" di 151 pazienti grazie a metodiche di sequenziamento di ultima generazione (Next Generation Sequencing), dopodiché i ricercatori hanno utilizzato un nuovo metodo di analisi bioinformatica e i dati pubblici del progetto Encode. Il confronto tra tutti i risultati ha permesso di vedere perfettamente cosa c'è nel “DNA spazzatura" e localizzare alcune patologie non rilevabili senza osservare il Junk DNA.
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Le parole del Prof. Iolascon
“Un aspetto rilevante di questo studio – ha detto il Prof. Iolascon, come riporta Ansa.it – è che questo innovativo metodo di analisi del DNA può essere applicato ad altri tipi di cancro e può quindi incrementare le conoscenze delle cause che sono alla base di questa malattia. Inoltre, nuove ricerche potranno sviluppare altre terapie, più mirate e meno invasive per quei pazienti affetti dagli stadi più aggressivi e resistenti alle terapie classiche“.
Il commento del Prof. Capasso
“Questo lavoro – ha spiegato poi il Prof. Capasso – aggiunge un importante tassello alla conoscenza del Dna 'spazzatura', che alla luce di questi nuovi risultati, sembra tutt'altro che un elemento inutile e da buttare, ma un nuovo terreno da esplorare“.
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Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.
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