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Giovedì 14 Novembre
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Individuata la più grande eruzione sottomarina mai vista prima

Eco dove è avvenuta la più grande eruzione sottomarina del mondo

Individuata la più grande eruzione sottomarina mai vista prima
Immagine di repertorio eruzione (Foto: youtube)

Individuata la più grande eruzione sottomarina mai vista prima! I dettagli

Inizialmente l’eruzione è passata inosservata agli scienziati, non avendo destato particolare interesse proprio per il fatto che il tutto era avvenuto sotto l’acqua e a grande profondità. Ma una volta emersa, una enorme piattaforma di pietra pomice galleggiante generata proprio dall’eruzione, era più difficile da non vedere.Si trattava della grande eruzione del vulcano sottomarino Havre Seamount, verificatasi nel 2012 e considerata la più forte degli ultimi 100 anni. Leggi anche: Gli eventi di riscaldamento globale potrebbero presto destabilizzare la calotta glaciale antartica

Havre Seamount, un vulcano a tutti gli effetti

Havre Seamount è una montagna sottomarina vulcanica attiva che si trova all’interno del gruppo delle Isole Kermadec della Nuova Zelanda, nell’Oceano Pacifico sud-occidentale. La vulcanologa Rebecca Carey dell’Università della Tasmania, che ha co-diretto la prima indagine ravvicinata della più grande eruzione sottomarina mai vista prima, sapeva che si trattava di un’eruzione su larga scala, ma non che fosse la più grande eruzione del 20° secolo: insieme ai colleghi, ha pubblicato i risultati in un articolo nel 2018. E’ allarme per il ‘Megaspider’: ha zanne che possono perforare un’unghia. ‘Segnalatelo se lo vedete’

Una enorme zattera di roccia galleggiante

Ebbene, il vulcano sottomarino Havre Seamount, nella più grande eruzione del suo genere mai registrata, aveva prodotto un’enorme zattera galleggiante. Nel 2012 la zattera composta da pomice, un tipo di roccia vulcanica porosa, molto leggera e piena d’aria, copriva l’Oceano Pacifico sud occidentale per circa 400 chilometri quadrati, pari alle dimensioni della città di Vienna. Qualche mese dopo i satelliti registrarono che questa neo struttura si disperdeva su un area due volte più grande della stessa Nuova Zelanda. Leggi anche: La diffusione degli incendi boschivi sta provocando un cambiamento nell’ambiente secondo un nuovo studio

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Cosa accadde dopo

Gli effetti della più grande eruzione sottomarina mai vista prima vennero studiati da un gruppo di ricerca internazionale, guidato dai professori James White (Nuova Zelanda), Pierfrancesco Dellino (Italia) e Bernd Zimanowski (JMU). Il gruppo riuscì a dimostrare questo meccanismo per la prima volta ispezionando il sito nel 2015. Il team iniziò le sue ricerche sul vulcano in questione ad una profondità di circa 1.000 metri sotto la superficie del mare, dove la vastità delle neoformazioni rocciose colse tutti di sorpresa.

Un aiuto dalla robotica

Utilizzando il robot subacqueo a comando remoto (ROV) Jason per esaminare i depositi di cenere sul fondo del mare, il gruppo di James White rilevò che la più grande eruzione sottomarina mai vista prima aveva prodotto oltre 100 milioni di metri cubi di cenere vulcanica. Gli scienziati infatti, scendendo ad una profondità di 1.220 metri, notarono che ogni protuberanza era un gigantesco blocco di pomice. L’eruzione aveva creato un tappeto galleggiante di particelle di pomice che si era espanso a dismisura.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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