Il comunicato dell’Ingv sul terremoto sull’Etna
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha di recente pubblicato un comunicato relativo alla scossa di terremoto di magnitudo 4.9 registrata lo scorso 26 dicembre 2018, alle ore 3:19, sul fianco orientale dell’Etna ad una profondità inferiore di un km.
La scossa più energetica negli ultimi 70 anni
Il sisma, si legge, è il principale tra quelli localizzati nel corso dell’intensa attività sismica etnea iniziata il 23 dicembre 2018: in totale sono stati registrati una settantina di eventi con magnitudo superiore a 2.5, concomitante all’attività eruttiva. Quello del 26 dicembre è l’evento più energetico verificatosi sul vulcano negli ultimi 70 anni ed è avvenuto sulla Faglia di Fiandaca, producendo fagliazione superficiale: si tratta delle deformazioni che si formano per la propagazione della rottura sul piano di faglia sismogenerico dalla profondità alla superficie e quindi rappresentano l’evidenza in superficie della faglia stessa.
La fagliazione superficiale negli ultimi terremoti
Il fenomeno della fagliazione superficiale, nelle aree tettoniche – come negli Appennini, in Italia – si verifica quando i terremoti hanno una magnitudo prossima o superiore a 6 per via della profondità dell’ipocentro che è di circa 10 km: è quanto avvenuto in occasione dei terremoti del 2016 nell’Italia centrale. I terremoti che invece avvengono nelle aree vulcaniche, essendo più superficiale riescono a produrre fagliazione superficiale anche per valori di magnitudo più basso, ovvero da circa 3.5 in su.
Come funziona il movimento dell’Etna
La Faglia di Fiancanca è localizzata nel settore più meridionale di un sistema di faglie attive, chiamato delle Timpe, che caratterizza il settore orientale dell’Etna. Il sistema delle Timpe partecipa a un movimento del fianco del vulcano verso est, attualmente monitorato proprio dall’InGv. Questa area in movimento è delimitata a nord dalla faglia della Pernicana, mentre a sud sono presenti più sistemi di faglia. La faglia può essere individuata in diversi settori sul terremo come un debole cambio di pendenza. La faglia è mappata per un totale di 13 km.
Le conseguenze della fagliazione superficiale
Il terremoto del 26 dicembre 2018 ha prodotto vistosi effetti di fagliazione superficiale lungo la faglia di Fiandaca per circa 8 km: da Acicatena sino a Monte Ilice e lungo strutture minori. anche durante i terremoti dell’Aquila del 2009 e di Norcia del 2016 sono state osservati effetti importanti della fagliazione superficiale, sia su abitazioni che su infrastrutture superficiali. Nel 2019 la fagliazione superficiale ha prodotto la rottura della tubazione di un acquedotto e danneggiato numerosi edifici in cemento armato.
Laurea triennale in Scienze Forestali ed Ambientali e Laurea magistrale in Scienze Agrarie e del Territorio. La mia più grande passione resta da sempre la meteorologia, approfondita attraverso la tesi di laurea sperimentale e un master di "Meteorologia Nautica". I fenomeni naturali, la loro bellezza e potenza sono tra le cose che più mi affascinano al mondo.