Livelli dei mari in aumento e molte aree a rischio
Nuovi studi stanno confermando quanto già era stato previsto da altri studi e cioè l’innalzamento sempre maggiore del livello dei mari che nel corso dei prossimi anni metterebbe a rischio numerose aree costiere, anche del nostro Paese. A causa dei cambiamenti climatici causati dall’uomo il livello del mare crescerà tra i 60 e i 110 centimetri a fine secolo, se il riscaldamento sarà superiore a 2 gradi. Il rischio riguarda il futuro ma questo futuro non risulta nemmeno così distante, poiché scenari allarmanti emergono già per il 2050. Rischi ci sono già entro il 2050 con molte zone costiere della nostra penisola che potrebbero finire sott’acqua. A dirlo è l’Ipcc, il più autorevole organismo scientifico sui cambiamenti climatici.
Italia a rischio, i risultati di una ricerca
Diverse le zone del Pianeta a rischio e tra queste anche l’Italia. Ad affermarlo è una ricerca di Climate Central pubblicata sulla rivista Nature Communications.Come si legge su quotidiano.net, esistono delle zone costiere italiane a maggior rischio rispetto ad altre e queste sono quelle dell’Alto Adriatico. La zona di gran lunga più interessata è l’Alto Adriatico, da Monfalcone a Cesenatico. In caso di forti maree e tempeste (l’acqua potrebbe circondare Ravenna, raggiungere Comacchio, Longastrino, Ostellato, arrivare alla porte di Argenta, Portomaggiore, Tresigallo e Copparo, coprire l’intero Delta del Po. E poi, più su arrivare fino a Cavarzere, Piove di Sacco, Marghera, parte di Mestre e di Venezia.Quindi a maggior rischio le coste della Romagna, del Veneto e in parte del Friuli. Situazione non migliore al centro, specie del versante tirrenico.
Situazione sul Tirreno
Sul Tirreno, sempre al 2050 sono due le regioni a maggior rischio, la Toscana e il Lazio. A rischio l’area di Calambrone nel livornese, la zona a est della foce del torrente Cornia a Piombino, aree alla foce dell’Ombrone, la zona bassa tra Talamone e Fonteblanda nel grossetano, quella attorno al lago di Burano fino a Pescia Romana nel Lazio, la zona di Lagolungo vicino a Sperlonga.I danni sarebbero triplicati rispetto a quelli che attualmente si verificano in caso di eventi ”eccezionali” e inoltre anche la vita di molte persone potrebbe essere messa a duro rischio. Situazione migliore al sud anche se anche qui alcune zone non sono escluse dal rischio inondazione, soprattutto tra la Calabria, la Sicilia e la Sardegna.
Ecco come proteggersi
“L’aumento del rischio – osserva l’oceanografo Sandro Carniel, per anni al Cnr ora al Cmre/Nato di La Spezia – è frutto dell’innalzamento del livello del mare e dell’aumento della temperatura del mare”. Ovviamente fronteggiare tutto questo è possibile e lo si può fare ad esempio costruendo argini, installando pompe, proteggendo altre zone con dune. Il fenomeno dell’innalzamento del mare, anche secondo gli ultimi studi, peggiorerà anno dopo anno anche a causa di un riscaldamento globale sempre maggiore e sarà aggravato anche da mareggiate e forti venti che potrebbero esporre al rischio determinate aree piuttosto che altre.
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Laurea triennale in Scienze Forestali ed Ambientali e Laurea magistrale in Scienze Agrarie e del Territorio. La mia più grande passione resta da sempre la meteorologia, approfondita attraverso la tesi di laurea sperimentale e un master di "Meteorologia Nautica". I fenomeni naturali, la loro bellezza e potenza sono tra le cose che più mi affascinano al mondo.