Modalità notturna, quando influisce sul sonno?
Da un po’ di tempo diversi produttori di smartphone, tablet e PC hanno introdotto la modalità notturna, una modalità che riduce la componente blu della luce del display nelle ore notturne al fine di ridurre l’effetto stimolante sull’utente. L’utilizzo di dispositivi elettronici prima di dormire, secondo alcuni studi, a causa della luce emessa dal display influirebbe sulla secrezione di melatonina da parte del nostro organismo, alterando di conseguenza il normale ciclo del sonno. Un nuovo studio ha indagato sull’efficacia della modalità notturna. Leggi anche Spotify, aumentano i costi per ascoltare musica in streaming: ecco cosa succede in Italia
I numeri dello studio
A fare luce ci hanno pensato i ricercatori dell’università Brigham Young di Provo, nello Utah, e del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center, che hanno selezionato 167 giovani tra i 18 e i 24 anni e li hanno divisi in tre gruppi in base all’uso dello smartphone prima di dormire con modalità note attiva, uso dello smartphone senza modalità notte e infine nessun utilizzo dello smartphone. Tramite un braccialetto con accelerometro per monitorare il sonno e di un’app per analizzare le attività effettuate con lo smartphone i partecipanti, invitati a dormire per almeno 8 ore, hanno reso possibile l’indagine. Leggi anche Offerte telefonia mobile aprile 2021, le migliori promo low cost sotto i 7 euro: giga, minuti ed sms
Nessuna sostanziale differenza
Lo studio, effettuato utilizzando iPhone e la modalità Night Shift di iOS, ha permesso di monitorare la qualità del sonno in base alla durata total edel riposo, al tempo necessario ad addormentarsi e ad eventuali risvegli notturni: a sorpresa, però, i risultati non hanno mostrato alcuna differenza. Nessuna differenza è stata notata non solo tra i soggetti che hanno usato lo smartphone con e senza modalità notte, ma neanche tra quelli che non hanno proprio usato lo smartphone. Leggi anche WhatsApp, arrivano i messaggi che si autodistruggono dopo 24 ore: ecco come funzionano
Piccole differenze in un solo caso
I soggetti sono stati ulteriormente divisi in sottogruppi per andare maggiormente in profondità (coloro che hanno dormito in media almeno 7 ore e quelli che hanno dormito meno di 6 ore): secondo lo studio, tra chi ha dormito in media almeno 7 ore ha avuto un sonno leggermente migliore chi non ha utilizzato lo smartphone, in particolare rispetto al tempo di veglia notturna ed efficienza del sonno (rapporto tra ore di sonno effettivo e tempo trascorso a letto). Nessuna particolare differenza tra coloro che hanno dormito in media meno di 6 ore a notte.
Le dichiarazioni dell’autore dello studio
Come spiegato dallo psicologo Chad Jensen della BYU, autore dello studio, questi risultati ci dicono che in realtà “quando sei molto stanco, ti addormenti indipendentemente da quello che hai fatto prima di andare a letto. Anche se ci sono molte prove che indicano che la luce blu aumenti lo stato di allerta e renda più difficile addormentarsi, è importante considerare quale componente solleciti maggiormente tra l’emissione di luce e gli stimoli cognitivi e psicologici”, come riporta Dday.it. Nel caso degli smartphone, infatti, ad influire sul sonno potrebbe non essere tanto la luce blu quanto l’interazione stessa con il dispositivo.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.