La nuova truffa delle SIM clonate: ecco come funziona e come attacca i vostri soldi

Torna in auge la truffa delle SIM clonate: ecco come funziona e i modi per non rimanere vittime di questo raggiro

La nuova truffa delle SIM clonate: ecco come funziona e come attacca i vostri soldi - Foto PixaBay
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La nuova truffa delle SIM clonate: ecco come funziona e come attacca i vostri soldi

É sempre più diffusa in Italia (e non solo) la truffa delle SIM clonate: si tratta di un particolare sistema di raggiro con cui i furbetti riescono a svuotare il conto di una SIM, lasciando il proprietario senza soldi al telefono (o nel peggiore dei casi con il conto in rosso se la SIM è collegata a un conto corrente bancario). Ma come funziona questa subdola truffa? Ce lo spiega Libero Tecnologia.

Il modus operandi della truffa

Il truffatore in questione recupera sul web i dati principali della sua vittima (nome, cognome, numero di telefono ecc.) e contatta il servizio clienti dell'operatore in questione richiedendo una nuova SIM. Se questo primo passaggio riesce, il truffatore chiama la banca presso cui la sua vittima ha un conto e riesce a ottenere le credenziali di accesso all'account. Se anche in quel caso non incontra particolari ostacoli il gioco è fatto: la SIM principale viene presto svuotata e disattivata in favore di quella clonata. E, come già spiegato, chi rischia maggiormente è la persona che ha la SIM collegata al conto bancario.

Come fare per evitare la truffa delle SIM clonate

Non è semplice sventare la truffa delle SIM clonate, ma quello che si può fare è evitare di dichiarare sui social dati importanti come numero di telefono e altri dati personali che potrebbero essere utilizzati contro di voi. E per quanto riguarda le banche, si suggerisce di dotarsi di una chiavetta hardware (fornita proprio dalla banca) che autorizza ogni singola operazione di denaro, in modo da avere tutto sotto controllo ed evitare qualsiasi rischio.


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Smartphone, rivoluzione in vista? Pronte le batterie al grafene: ecco tutti i vantaggi

Saranno le batterie al grafene a mandare in pensione quelle agli ioni di litio? Pare proprio di sì. Come riportato da Digitaltrends.com, infatti, presto potrebbe arrivare la svolta e il merito è della società americana Real Graphene, al lavoro su unità energetiche con celle al grafene quasi pronte per esordire sul mercato.

Con la batteria al grafene ricarica completa in 20 minuti

Da ormai parecchio tempo, come si legge su Tomshw.it, non ci sono aggiornamenti significativi sui materiali delle batterie. Le cose, però, stanno per cambiare. Come fa sapere Samuel Gong, CEO di Real Graphene, le batterie al grafene assicureranno una ricarica rapida senza precedenti: basteranno solo 20 minuti per ricaricare del tutto una batteria da 3.000 mAh (60 W).

Batteria al grafene, si allunga anche la vita media

E non è tutto: anche la vita media sarà maggiore: con le batterie al grafene si prevedono infatti 1.500 cicli completi di ricarica contro i 300 o 500 delle batterie normali.

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Batterie al grafene, palla ai produttori di smartphone

Real Graphene è una società specializzata in fonti energetiche al grafene, materiale composto da uno strato monoatomico di atomi di carbonio e con uno spessore equivalente a quello di un singolo atomo. La palla, quindi, presto passerà ai produttori di smartphone, che dovranno decidere quanto implementarle sui propri dispositivi: poco tempo fa Huawei Francia aveva annunciato tramite Twitter l’implementazione delle batterie al grafene sulla serie P40, salvo poi essere smentita dal leaker IceUniverse. Al tempo, come si legge su Drcommodore.it, era ancora impossibile utilizzare le nuove batterie: il tweet è stato poi eliminato poco dopo.

Il futuro sono le batterie al litio-zolfo?

Intanto già si guarda al futuro e in particolare alle batterie al litio-zolfo. Come si legge su Dday.it, infatti, un team internazionale di scienziati ha fatto sapere di aver donato efficienza alle batterie al litio-zolfo, in grado di aumentare l’autonomia degli smartphone fino a 5 giorni. I test sono stati positivi: l’efficienza di carica/scarica della nuova batteria al litio-zolfo, infatti, è stata di oltre il 99%. Un dato che non ha precedenti per elettrodi di capacità così alta. In tal senso, però, c’è da ricordare che diverse volte sono stati fatti annunci altisonanti riguardanti le batterie degli smartphone, annunci per lo più rimasti tali e mai concretizzati.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.