Le cartelle cliniche sono a rischio hacker - La cyberpirateria potrebbe colpire i dati sanitari, ecco perché
Le cartelle cliniche sono a rischio hacker - La cyberpirateria potrebbe colpire i dati sanitari dei pazienti
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Le cartelle cliniche sono a rischio hacker – La cyberpirateria potrebbe colpire i dati sanitari, ecco perché
La pirateria online è uno dei problemi delle rete. I nostri dati possono essere a rischio attacco da parte degli hacker, che ora stanno prendendo di mira le cartelle cliniche, come riporta ultimora.news. La nuova frontiera della cyberpirateria quindi potrebbe andare a prendere di mira i dati sanitari dei pazienti.
Aumenta il rischio per le cartelle cliniche
Dispositivi tecnologici come personal computer, smartphone e tablet sono molto utili e diffusissimi nella popolazione mondiale ed anche italiana, ma ma aumentano anche i rischi connessi ai dati sensibili che possono finire nelle mani sbagliate.
Allerta lanciata da Kaspersky
L'attenzione su queste problematiche è stata posta da Kaspersky. La celebre azienda russa ha pubblicato il suo Kaspersky Security Bulletin, prendendo in considerazione i possibile scenari per la sicurezza che potrebbero caratterizzare il nuovo anno iniziato da poco, il 2020. Il report prevede un notevole aumento di attacchi nei confronti delle strutture sanitarie nei paesi in via di sviluppo oppure contro gli istituti e le aziende farmaceutiche che si occupano di ricerca. Obiettivo di questa attività criminale sarebbero in particolare le cartelle sanitarie.
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Gli scopi dei pirati informatici
Gli hacker, attaccando i dati sanitari intendono usarli per nuove frodi online oppure per rivendere i risultati di nuove ricerche condotte dalle dalle aziende farmaceutiche, in particolare quelle più innovative.
Mancano gli strumenti per respingere questi attacchi
Mancano gli strumenti per respingere gli attacchi. Nel 2017 oltre 200mila computer sono stati infettati da Wannacry, in 74 Paesi di tutto il mondo. Sono stati soprattutto gli ospedali del Regno Unito ad essere colpiti, poichè utilizzavano ancora il sistema operativo Windows XP. Secondo gli esperti in quel caso l’intento era solo dimostrativo. Ora però, il problema si potrebbe riproporre in maniera molto più seria. I Paesi emergenti sono i più a rischio perché gli hacker potrebber sfruttare le tante falle ancora presenti nei loro sistemi.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.
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