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Misteriosa anomalia radioattiva nei fondali del Pacifico: ecco cosa succede

Scoperta un'insolita anomalia radioattiva nei fondali dell'Oceano Pacifico: ecco cosa sta è successo

Misteriosa anomalia radioattiva nei fondali del Pacifico: ecco cosa succede

Strana anomalia radioattiva nei fondali dell’Oceano Pacifico lascia perplessi gli scienziati: ecco cosa sta succedendo

Un recente studio ha portato alla luce un’anomalia radioattiva nei campioni prelevati dai fondali dell’Oceano Pacifico, sollevando interrogativi tra gli esperti. Le analisi, come riportato da FanPage.it, hanno rivelato una concentrazione insolita di un isotopo radioattivo, il berillio-10, un elemento che solitamente si forma nell’atmosfera terrestre per effetto dei raggi cosmici. Ciò che ha sorpreso gli scienziati è l’inaspettato accumulo di questa sostanza, che risulta ben superiore ai livelli previsti. La scoperta, pubblicata su Nature Communications, potrebbe fornire nuove informazioni sui processi geologici e climatici del passato. Ecco cosa sta succedendo e cosa potrebbe accadere.

Il ruolo del berillio-10 nella scoperta

Il team guidato dal dottor Dominik Koll dell’Helmholtz-Zentrum Dresden-Rossendorf di Dresda (Germania) ha trovato un accumulo significativo di berillio-10 risalente al tardo Miocene, circa 10 milioni di anni fa. “Ci siamo imbattuti in un’anomalia precedentemente sconosciuta” ha dichiarato il ricercatore, spiegando che “la quantità rilevata è quasi il doppio rispetto alle previsioni“. Gli studiosi stanno ora cercando di determinare cosa possa aver causato tale incremento, considerando ipotesi legate alla circolazione oceanica o addirittura ad eventi cosmici. Tra le possibili spiegazioni si ipotizza un drastico cambiamento delle correnti vicino all’Antartide, avvenuto circa 10-12 milioni di anni fa.

Le ipotesi e le indagini

Un’altra teoria avanzata dai ricercatori riguarda un possibile evento astrofisico, come l’effetto di una supernova vicina alla Terra o una temporanea perdita dell’eliosfera, lo scudo naturale contro le radiazioni cosmiche. “Solo nuove misurazioni possono indicare se l’anomalia è stata causata da cambiamenti nelle correnti oceaniche o ha ragioni astrofisiche”, ha precisato Koll. Per questo, il team ha in programma di analizzare altri campioni, sperando che altri gruppi di ricerca possano contribuire allo studio. Se l’anomalia fosse globale, si rafforzerebbe l’ipotesi cosmica; se fosse localizzata, si confermerebbe il legame con i mutamenti oceanici.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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