Scoperti dei pesci che vivono in acque mortali
Un team di ricerca composto da studiosi del Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI) e dello Scripps Institution of Oceanography dell’Università della California di San Diego – secondo quanto riportato da “Scienza.fanpage.it” – ha realizzato una straordinaria scoperta: diverse specie di pesci, infatti, riescono a sopravvivere in acque marine che non presentano ossigeno e nelle quali vi era la convinzione che non avrebbero potuto mai avere scampo.
Scoperta realizzata nel Golfo del Messico
Dunque, quella appena descritta è una scoperta assolutamente straordinaria, nonché piuttosto misteriosa in quanto gli scienziati non si attendevano di poter assistere ad uno scenario di quel genere. Secondo quanto riportato da “Scienza.fanpage.it“, i ricercatori – coordinati dal professor Jim Barry – hanno individuato questi pesci nel Golfo del Messico, in un’area molto profonda e così povera di ossigeno da essere ritenuta, almeno in via teorica, assolutamente incompatibile con ogni forma di vita, almeno con quella complessa.
I dettagli della scoperta
Nel marzo del 2015 Jim Barry ed i suoi colleghi, secondo quanto si legge su “Scienza.fanpage.it“, stavano esplorando gli abissi attraverso un sottomarino da remoto e proprio in quel momento hanno incontrato banchi con centinaia di pesci. Il commento della biologa e oceanografa Natalya Gallo non ha lasciato spazio ad interpretazioni: “Non potevo credere ai miei occhi“. Oggi, dopo 4 anni da quello straordinario incontro, sono stati pubblicati i dati sulle specie che erano state avvistate in quell’ambiente così estremo. Secondo le rilevazioni effettuate, infatti, le concentrazioni di ossigeno erano comprese tra un decimo ed un quarantesimo rispetto a quelle considerate ai limiti della possibile sopravvivenza per pesci specializzati nel tollerare certe condizioni.
Le specie di pesci osservate negli abissi del Golfo del Messico
Le specie che sono state osservate negli abissi del Golfo del Messico sono state moltissime e tra queste, secondo quanto si legge su “Scienza.fanpage.it“, quelle maggiormente rappresentate erano il gattuccio lecca-lecca, vale a dire un piccolo squalo piuttosto simile ad un girino. Un’altra specie che non si può fare a meno di citare è la brotula nera, un’anguilla capace di vivere tra i 100 e i 740 metri di profondità.
Pesci in acque mortali? Un mistero per la scienza
A questo punto non si può fare a meno di chiederci come sia possibile che determinate specie di pesci riescano a sopravvivere in condizioni così estreme. Secondo quanto si legge su “Scienza.fanpage.it“, al momento tutto ciò rappresenta un mistero anche per la scienza. Allo stato attuale, infatti, sono state avanzate solo alcune ipotesi, come ad esempio quella secondo la quale questi pesci avrebbero sviluppato delle branchie allargate capaci di catturare la minima concentrazione di ossigeno nell’acqua. Un’altra ipotesi è che per via dei loro corpi schiacciati, questi pesci abbiano scarse necessità metaboliche.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.