Grande scoperta sui neuroni specchio delle emozioni: di cosa si tratta
Nuovo passo in avanti della scienza sullo studio del cervello umano: dopo anni di indagini sono stati infatti localizzati i neuroni specchio delle emozioni, ovvero quei neuroni che si attivano (e scatenano emozioni) quando proviamo dolore o quando vediamo gli altri provarne. Un’importante scoperta che si aggiunge a quelle, recenti, dei neuroni specchio sui movimenti e sul prevenire le “mosse” altrui. Vediamo in che modo gli scienziati sono arrivati a quest’importante traguardo scientifico.
Dove si trovano? I risultati dei test sui ratti
A condurre lo studio sui neuroni specchio delle emozioni è stato l’Istituto Olandese per le Neuroscienze, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Current Biology: l’ateneo nordeuropeo ha effettuato dei test sui ratti, sottoposti a guardare alcuni loro simili subire delle lievi scosse elettriche. Dai dati è emerso che alcuni loro neuroni, situati nella corteccia cingolata del cervello, si attivavano nel momento in cui osservavano i ratti provare dolore e proprio come se fossero loro stessi a venir colpiti dalle scariche elettriche. In alcuni casi i topi addirittura si immobilizzavano mentre osservavano “lo spettacolo”. Ed è stato fatto poi un altro esperimento sui ratti, inibire questi neuroni con un farmaco specifico: in questo modo le cavie “spettatrici” non provavano più dolore nel guardare i loro simili soffrire. Dati importanti che fanno pensare he anche l’uomo abbia questi neuroni nella sua corteccia cingolata cerebrale.
Le parole dei ricercatori
“La cosa più affascinante di questi studi – ha spiegato l’olandese Christian Keysers, il coordinatore dello studio – è che questa reazione cerebrale accade nella stessa regione del cervello sia nei ratti che negli umani. Abbiamo già dimostrato che l’attività della corteccia cingolata negli umani aumenta quando vediamo qualcuno che soffre, a meno che non parliamo di criminali psicopatici che mostrano un’evidente riduzione di questa attività. Ma inoltre ci dimostra anche che condividiamo i meccanismi fondamentali dell’empatia con animali come i ratti: l’empatia, la capacità di sentire le emozioni degli altri, è dunque profondamente radicata nella nostra evoluzione“. Dunque, si aprono ora nuovi scenari su cui indagare per approfondire la questione e scoprire nuovi universi inesplorati del corpo umano.
(Fonte Ansa)
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.