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Giovedì 14 Novembre
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Stonehenge, svelato il mistero delle famose “pietre blu”: ecco tutta la verità

Un team di ricercatori britannici ha provato a fare chiarezza sul mistero delle pietre blu di Stonehenge. Ecco le importanti scoperte realizzate

Stonehenge, svelato il mistero delle famose “pietre blu”: ecco tutta la verità
Stonehenge. Fonte foto: pixabay.com

Stonehenge, realizzate importanti scoperte

Da tempo si è a conoscenza del fatto che le famose “pietre blu” del celebre monumento preistorico Stonehenge arrivano dalle Colline Preseli nel Pembrokeshire, una contea del Galles sudoccidentale. Stando a quanto riportato da “Scienza.fanpage.it”, però, da poco tempo sono state individuate con esattezza le cave, ma anche gli strumenti che sono stati utilizzati per la loro estrazione, oltre al metodo che ha reso possibile il trasporto. A realizzare queste importanti scoperte – dopo un periodo di studio durato un decennio – è stato un team di ricercatori britannico composto da archeologi dell’University College di Londra, dell’Università Bournemouth, dell’Università di Southampton, dell’Università Highlands and Islands, oltre a membri del Museo Nazionale del Galles.

Stonehenge, individuato il sito d’estrazione delle enormi pietre

Dopo anni e anni di ricerca, gli studiosi – coordinati nel loro lavoro dal professor Mike Parker Pearson – hanno individuato quello che era il sito di estrazione delle cosiddette “bluestones” nelle cave di Carn Goedog e Craig-Rhos-y-felin situate a nord delle Colline Preseli a circa 230 chilometri da Stonehenge. Stando a quanto ricostruito dai ricercatori – come riportato da “Scienza.fanpage.it” – le imponenti pietre venivano staccate dalle cave e trasportate direttamente al monumento: tale complicata operazione si realizzava via terra e non via mare. A questo punto, però, considerando la grande mole di queste pietre, non si può fare a meno di chiedersi come abbiano fatto degli uomini preistorici ad estrarre queste pietre all’interno della cava, non potendo assolutamente contare sulla tecnologia dei giorni nostri.

Stonehenge, quali erano le tecniche di estrazione delle pietre?

Dunque, come sottolineato in precedenza, non si può fare a meno di domandarsi quali fossero state le tecniche di estrazione di pietre così grandi da una cava. Come riportato da “Scienza.fanpage.it”, la risposta a questa domanda ci viene fornita direttamente dal professor Mike Parker Pearson e dal suo gruppo di lavoro che ha svelato l’ingegnosa tecnica che questi uomini preistorici utilizzavano per estrarre quelle enormi pietre. Per riuscire nel loro intento, infatti, questi uomini inserivano dei pali di legno nelle insenature e aspettavano che la pioggia li andasse a gonfiare fino a determinare la spaccatura della roccia. A quel punto, dunque, i megaliti erano pronti e venivano sganciati attraverso funi, tiranti e piattaforme. Un altro tema che merita di essere approfondito è quello relativo alla datazione di queste famose “pietre blu”: l’estrazione in queste “cave”, infatti, avvenne tra il 3.400 ed il 3.200 avanti Cristo, ma secondo i ricercatori Stonehenge fu realizzato non prima del 2.900 avanti Cristo. Numeri alla mano, dunque, gli uomini preistorici avrebbero impiegato circa 4-5 secoli per trasportare queste pietre nei 230 chilometri necessari: assolutamente troppi anche per l’epoca. Per questo motivo, dunque, l’ipotesi avanzata dai ricercatori è che possa esistere un altro monumento simile a Stonehenge, proprio nell’area vicina alle colline Perseli. Tale monumento sarebbe poi stato smontato solo in un secondo momento e trasportato dove si trova oggi, ossia sulla piana di Salsbury.

Stonehenge, oggi restano 43 bluestones

Originariamente, come riportato da “Scienza.fanpage.it”, Stoneghenge presentava 80 bluestones, mentre oggi ve ne sono solamente 43. Le pietre blu formavano una struttura a ferro di cavallo interna, con la presenza di un cerchio esterno che a sua volta abbracciava i cosiddetti “sarsen”, vale a dire i monoliti delle dimensioni più grandi. Stando a quanto emerso da recenti studi britannici, alcuni di essi erano già presenti in quel luogo e, dunque, non sarebbero stati trasportati da zone diverse.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.

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