Wangiri, la truffa telefonica dello squillo diventa ancora più insidiosa: ecco il motivo
Il wangiri è tornato e sta mietendo nuove “vittime”. Si tratta della famosa truffa dello “squillo senza risposta”, un vero incubo che per tanti anni ha tormentato la vita degli italiani. Per un periodo di tempo questa piaga sembrava essersi conclusa, ma in realtà pare sia tornata a tediare tanti utenti. Si tratta di chiamate provenienti da numeri esteri, alle quali è impossibile rispondere perché la chiamata viene chiusa chiusa dopo un solo squillo.
Come funzionano queste chiamate
Ciò che i cybercriminali cercano con questa truffa è la pronta richiamata da parte degli utenti che preoccupati o incuriositi, cercando di richiamare per capire chi ha telefonato. La chiamata in realtà viene effettuata ad una numerazione soggetta a sovrapprezzo con scatto alla risposta a cifre molto elevate. Alcune truffe sono congegnate in modo tale che l’utente che richiama attiva a sua insaputa un abbonamento in sovrapprezzo che prevede una scadenza e rinnovo settimanale. In alcuni casi, questa richiamata non fa altro che svuotare il credito residuo.
Come proteggersi
Il wangiri è una truffa molto ben congegnata e per questo motivo è anche molto pericolosa. Esistono però degli stratagemmi che si possono adottare per proteggersi o schermarsi da questi subdoli tentativi di svuotare il conto dei malcapitati utenti. La prima delle tutele è quella di non richiamare mai il numero di telefono soprattutto se la chiamata proviene da un prefisso straniero. Richiamare questi numeri è un errore imperdonabile che può costare molto caro, come abbiamo già spiegato in precedenza.
Gli altri rimedi
L’altra contromisura che si può adottare per evitare di cadere nella truffa del wangiri è quella di di bloccare le chiamate spam attraverso la funzione integrata in tutti i dialer di Google. E’ anche possibile bloccare le chiamate da numeri sconosciuti. Adottando questi rimedi, ci metteremo al sicuro e non permetteremo più ai malintenzionati di mettere a rischio la nostra privacy e i nostri soldi.
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