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Mercoledì 13 Novembre
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Un componente finora non preso in considerazione potrebbe causare l’estinzione di massa sulla Terra: i risultati di uno studio

Uno studio sulle estinzioni di massa passate ha portato alla conclusione che le radiazioni UV conseguenti ad un aumento della temperatura del pianeta potrebbero spazzare via la vita dalla Terra

Un componente finora non preso in considerazione potrebbe causare l’estinzione di massa sulla Terra: i risultati di uno studio
Quale meccanismo alla base delle estinzioni di massa? - Foto ActionVance on Unsplash

Un componente finora non preso in considerazione potrebbe causare l’estinzione di massa sulla Terra: i risultati di uno studio

Nel corso della storia, come si legge su Sciencealert.org, sulla Terra si sono verificate almeno cinque importanti estinzioni di massa che hanno spazzato via dal nostro pianeta quasi la totalità della vita presente in quel momento: la maggior parte di questi eventi ha coinciso con catastrofi come impatti di asteroidi, terremoti devastanti o grosse eruzioni vulcaniche. C’è un evento, però, ancora inspiegabiile ed è l’estinzione del tardo Devoniano, risalente a 360 milioni di anni fa. Non conosciamo, infatti, impatti rilevanti di asteroidi in quel periodo, così come non ci sono rilevazioni di mercurio che suggeriscano particolare attività vulcanica.

Le radiazioni ultraviolette potrebbero causare un’estinzione di massa?

Sappiamo per certo, però, che in quel momento il mondo si stava “riscaldando” perché da poco uscito da un periodo glaciale. Questo riferimento, da solo, non sarebbe necessariamente sufficiente a provocare un’estinzione di massa, ma delle ultime ricerche hanno rivelato un secondo componente che potrebbe aver influito: secondo le rilevazioni fossili, infatti, si è notato un sensibile aumento delle radiazioni ultraviolette, provocato da un temporaneo esarimento dello strato dell’ozono in concomitanda col riscaldamento del pianeta. Si tratta di una conclusione preoccupante, perché suggerisce che l’esaurimento dell’ozono potrebbe essere conseguenza dell’aumento della temperatura della Terra.

Una ricerca di qualche anno fa aveva già preso in considerazione i danni delle radiazioni UV

Una conclusione preoccupante perché, come ben sappiamo, la Terra si sta riscaldando sensibilmente e rapidamente in questo momento. Per quanto riguarda l’estinzione tardiva devoniana, sappiamo che ha avuto luogo in un arco di tempo compreso tra 500mila e 25 milioni di anni, provocando la sparizione di tutte le specie animali presenti sul pianeta un quel momento. E non solo: gli effetti, infatti, sono stati devastanti anche sulle piante. Già un precedente studio del 2018 aveva scoperto che le spore di piante fossilizzate dall’estinzione Permiano-Triassico avvenuta 252 milioni di anni fa avevano subito grossi danni dalle radiazioni UV.

La morte di massa della vegetazione potrebbe dare vita all’estinzione

Proprio i danni causati dalle radiazioni ultraviolette hanno impedito alle piante di riprodursi, provocando così la morte di massa della vegetazione. Nel caso dell’estinzione Permiano-Trassico le radiazioni erano state attribuite all’esaurimento dell’ozono a causa dell’intensa attività vulcanica, spiegazione che però non reggerebbe nel caso dell’estinzione del tardo Devoniano: come abbiamo già detto, non si hanno rilevazioni di grosse attività vulcaniche in grado di provocare un’estinzione di massa in quel periodo. C’è, quindi, un’altra spiegazione: l’ha trovata un team di ricercatori, analizzando proprio le spore di piante fossilizzate.

Le conclusioni degli scienziati

Analizzandole, gli scienziati sono giunti alla conclusione che lo strato di ozono si era effettivamente assottigliato, aumentando la quantità di radiazioni ultraviolette che arrivavano sulla superficie terrestre, distruggendo numerose specie vegetali. Con un effetto a catena anche sugli esseri viventi: innanzitutto sugli animali erbivori, quindi poi i carnivori che li mangiano e di conseguenza sull’intera catena alimentare. Il riscaldamento stesso del pianeta, secondo gli scienziati dello studio pubblicato su Scienceadvances, fa scattare il meccanismo alla base dell’esaurimento dell’ozono e quindi alla penetrazione di radiazioni UV. Una ricerca che vuole quindi porre anche l’attenzione sul periodo attuale e sul riscaldamento globale che potrebbe indebolire lo strato di ozono ed essere quindi pericoloso per il prosieguo della vita sul nostro pianeta.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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