L’eruzione, avvenuta il 15 gennaio 2022 nel vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, è stata la più potente mai rilevata con strumenti moderni
Nel mese di gennaio 2022 si è verificata una esplosione di origine vulcanica tra le più potenti mai registrate sul Pacifico meridionale. Secondo una recente ricerca, questo impressionante fenomeno sarebbe stato anticipato da un segnale misterioso che lo avrebbe preceduto. Si tratta dell’esplosione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai che si trova nell’arcipelago delle Tonga e che il 15 gennaio 2022 eruttò in modo violento. Secondo questa ricerca che è stata pubblicata su Geophysical Research Letters, due stazioni di monitoraggio registrarono allora un’onda sismica che ha preceduto l’eruzione di circa 15 minuti.
Il precursore sismico
Si tratterebbe, secondo gli scienziati, di un “precursore sismico” per la successiva eruzione che è avvenuta da lì a poco. L’eruzione causò il crollo di una sezione debole della crosta oceanica sotto la parete della caldera del vulcano. Questa frattura, secondo la ricostruzione fornita dagli scienziati, ha permesso sia all’acqua di mare che al magma di sgorgare nella zona tra il fondale marino e la camera magmatica sotterranea del vulcano innescando un’eruzione esplosiva. La frattura ha anche causato un’onda di Rayleigh, un tipo di onda acustica che si muove lungo una superficie solida, in questo caso la superficie terrestre.
I benefici di questa scoperta
L’onda anomala sarebbe stata rilevata 15 minuti prima dell’eruzione vulcanica principale del 15 gennaio 2022, da circa 750 chilometri di distanza. Si tratterebbe di un segnale che potrebbe consentirci di poter mitigare gli effetti di alcuni disastri perchè consentirebbe all’uomo di dare tempestivamente l’allarme. E’ questa la tesi condivisa anche dalla coautrice dello studio, Mie Ichihara, vulcanologa presso l’Università di Tokyo. “I vulcani insulari possono generare tsunami, che rappresentano un pericolo significativo” ha dichiarato la vulcanologa. L’eruzione del 15 gennaio ha avuto un indice di esplosività vulcanica (VEI) di almeno VEI-5, più o meno alla pari con eruzioni storiche come il Vesuvio nel 79 d.C. e il Monte Sant’Elena nel 1980.
Gli effetti dell’eruzione
L’eruzione ha causato il rilascio di 10 chilometri cubi (2,4 miglia cubiche) di materiale vulcanico e ha inviato 146 milioni di tonnellate di vapore acqueo nella stratosfera, abbastanza per riempire 58.000 piscine olimpioniche. L’esplosione, equivalente a centinaia di bombe atomiche, ha anche causato le correnti sottomarine più veloci mai registrate prima d’ora. Sebbene il vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai sia lontano dai centri abitati, l’eruzione ha generato grandi tsunami che hanno ucciso almeno quattro persone a Tonga, oltre a due in Perù a circa 10.000 km (6.200 miglia) di distanza. Gli studiosi che hanno anche analizzato le onde di Rayleigh hanno spiegato che queste onde sono spesso innescate da eruzioni vulcaniche e terremoti. “Molte eruzioni sono precedute da attività sismica” ha affermato l’autore principale Takuro Horiuchi, uno studente laureato in vulcanologia presso l’Università di Tokyo. Tuttavia, tali segnali sismici sono spesso impercettibili. Sappiamo bene come ogni minuto può essere prezioso per l’emissione di avvisi di emergenza e, mentre questa precedente onda di Rayleigh non poteva essere percepita dagli esseri umani a terra, il suo rilevamento da parte di strumenti distanti fa ben sperare per le previsioni future.
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