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Martedì 11 Marzo
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WhatsApp, adesso i controlli fiscali potrebbero mettere nel mirino le chat

In futuro gli accertamenti condotti presso luoghi di lavoro, uffici o imprese potranno anche riguardare i dispositivi elettronici come pc e smartphone

WhatsApp, adesso i controlli fiscali potrebbero mettere nel mirino le chat
Guardia di Finanza

Con la sentenza n. 1254 del 2025 la Cassazione ha stabilito che anche i messaggi scambiati sulle piattaforme di messaggistica possono fare prova contro chi evade il fisco

I messaggi scambiati mediante WhatsApp possono rappresentare una valida prova legale anche ai fini di un controllo fiscale. E’ questo il sunto della sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione (la n. 1254 del 2025) che di fatto ha ritenuto ammissibile il contenuto delle chat come prova legale, anche in assenza di un’apposita intercettazione disposta dall’Autorità giudiziaria. Di fatto questa sentenza fornirà un’arma in più alle autorità preposte per individuare condotte illecite, evasione fiscale o contabilità parallele.

Le conseguenze della sentenza della Cassazione

Con la sentenza degli ermellini i messaggi scambiati su WhatsApp potranno essere validamente considerati anche nel contesto di un’indagine fiscale a patto che il destinatario ne contesti l’autenticità. Spetterà in tal caso all’ente accertatore dimostrare che la conversazione sia realmente avvenuta e che non vi siano state manipolazioni o contraffazioni. Proprio per certificare l’autenticità di una conversazione intrattenuta via chat, i giudici hanno individuato una griglia di criteri che certificano la validità della prova digitale.

I criteri previsti dalla legge

Affinchè una conversazione nata via chat venga ritenuta autentica occorre che sia identificabile il dispositivo di provenienza e che non siano avvenute manipolazioni che possano comprometterne l’affidabilità. Sono da considerare validi come prove documentali anche gli screenshot salvati da un altro soggetto. Tutti questi criteri saranno fondamentali nel corso dei giudizi che si instaureranno per consentire l’accertamento della verità.

Cosa accadrà in futuro

In una società in cui il digitale occupa ormai un ruolo di primo piano nelle relazioni tra individui, questa nuova apertura da parte della giurisprudenza italiana, rappresenta sicuramente un passo in avanti fondamentale per l’accertamento della verità e per le verifiche ai fini fiscali. In futuro gli accertamenti condotti presso luoghi di lavoro, uffici o imprese potranno anche riguardare i dispositivi elettronici come computer e smartphone. Anche le conversazioni su WhatsApp potranno costituire un mezzo di prova determinante per dimostrare avvenuti pagamenti in nero, fatture false o transazioni non registrate. Ecco perchè, da adesso in poi, sarà fondamentale per tutti prestare un’attenzione maggiore nella gestione della comunicazione anche via chat.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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