WhatsApp, arrivano le bufale del coronavirus: come funzionano e cosa fare per evitarle

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WhatsApp, arrivano le bufale del coronavirus: come funzionano e cosa fare per evitarle

L'arrivo del coronavirus in Italia ha generato paura e disagi nella maggior parte delle regioni. E, ovviamente, ad approfittare di questa situazione delicata ci hanno pensato gli hacker e i “professionisti delle truffe", persone che trovano divertente seminare panico e confusione tra la gente. In questo senso WhatsApp è uno dei “luoghi" preferiti per diffondere fake news e truffe. E proprio qui nascono le bufale del coronavirus, come riporta Vanity Fair.it. Vediamo in cosa consistono.

La bufala del coronavirus

In questi giorni stanno circolando diverse notizie riguardo la pericolosità e la diffusione su scala internazionale del coronavirus. In questo scenario ciò che preoccupa è anche la fuga di notizie false sui social. É proprio questo il caso delle bufale del coronavirus, che consistono in una serie di audio provenienti da “presunte fonti ufficiali" creati appositamente per alimentare timore e paura. Un esempio è il seguente testo estrapolato da un audio: “Il marito di una sua amica lavora in Regione. Si parla di una quarantena per i paesi intorno a Milano, quindi tutti negozi chiusi, organizzatevi con la spesa, fate le scorte perché se chiudono tutto, chiudono tutto per almeno un mese perché la situazione non è come la dicono i telegiornali, hanno perso il controllo del virus". Messaggio, ovviamente, da ignorare e non seguire assolutamente perché privo di qualsiasi fondamento.

Un'altra bufala del coronavirus

Un altro esempio di bufala del coronavirus che sta circolando da qualche ora su WhatsApp è il seguente (testo ricavato da audio): “Lo zio di un mio compagno di classe, si è laureato con un master e lavora all’ospedale di Shenzhen. Viene trasferito per studiare il virus della polmonite di Wuhan. Mi ha appena chiamato e mi ha detto di dire ai miei amici: se hai il naso che cola e l’espettorato quando hai il raffreddore, non puoi essere un nuovo tipo di polmonite da coronavirus, perché la polmonite da coronavirus è una tosse secca senza naso che cola. Questo è il modo più semplice per identificare". Anche qui si tratta di un'autodiagnosi assolutamente falsa, con suggerimenti da non seguire. Cosa fare dunque con queste truffe? Ignorarle e denunciare il messaggio alla polizia postale o alle autorità, in quanto si tratta di un falso allarme procurato. Per tutte le informazioni sul coronavirus occorre affidarsi unicamente a notizie di carattere ufficiale da parte del Governo e degli istituti competenti.

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