WhatsApp, le chat di gruppo possono mettere a rischio la privacy degli utenti: ecco perché
Le chat di gruppo su WhatsApp potrebbero essere meno sicure di quanto pensiamo: è quanto, come si legge su Hwupgrade.it, rivela un nuovo studio. In particolare, secondo lo studio gli inviti alle suddette chat possono essere indicizzati da Google sul suo motore di ricerca.
Su Google indicizzati i link a chat di gruppo private
Lo studio in questione è un report di Motherboard, che riprende il giornalista Jordan Wildon e un suo post su Twitter: su WhatsApp, infatti, è possibile invitare utenti alle chat di gruppo tramite link. Questa funzionalità, però, consente a Google di indicizzare il link, anche se collega a chat teoricamente private, permettendo quindi a chiunque di accedere al gruppo.
Rintracciate anche chat di gruppo con profili sensibili
Sul motore di ricerca, tramite alcune ricerche specifiche, si è riusciti a risalire a gruppi privati, ad esempio uno appartenente alle ONG accreditate dalle Nazioni Unite con profili sensibili. Rintracciate anche chat di gruppo con contenuti per adulti.
A rischio la privacy degli utenti
Insomma, il problema di privacy è evidente: i nuovi utenti che riescono ad entrare alle chat di gruppo private su WhatsApp tramite il motore di ricerca possono facilmente ottenere accesso ai dati sensibili dei partecipanti, ovviamente compreso il numero di telefono di ognuno di loro. Gli amministratori di gruppo possono invalidare un link per partecipare ad una chat, ma secondo Wildon questa funzionalità non fa altro che generare un nuovo collegamento senza però rendere inutilizzabile quello precedente.
Un portavoce ha risposto alle accuse
C’è da dire, comunque, che quando viene generato un link d’invito WhatsApp fornisce anche un messaggio d’avviso, ricordando di condividerlo solo con persone fidate. Un portavoce della società ha risposto alle accuse dichiarando che i link di invito possono essere trovati da altri utenti esattamente come succede con tutti i contenuti condivisi in canali pubblici ricercabili. Per ora, quindi, non sembra che la popolare applicazione di messaggistica istantanea abbia intenzione di riparare questa sorta di falla che mette in serio pericolo la privacy dei suoi utenti.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.