Caso Sinner, non è ancora finita. Parlano Djokovic e Alcaraz alla vigilia degli US Open 2024

Caso Sinner doping, non è ancora finita

Lo scandalo doping potrebbe non essere ancora finito per Jannik Sinner. Stando a quanto riporta Sportmediaset, Wada e Nado hanno infatti tempo fino al 6 settembre per presentare ricorso contro la decisione dell’ITIA di assolvere il n.1 del mondo, e l’Agenzia mondiale antidoping ha confermato alla Deutsche Presse di riservarsi ancora il diritto di ricorrere in appello. Un portavoce ha fatto sapere: “Come facciamo sempre, esamineremo con attenzione tutta la documentazione e ci riserviamo la facoltà  di presentare appello”. 

In effetti, entro 21 giorni è possibile presentare ricorso al Tas di Losanna. L’ultimo giorno in cui Wada e l’Agenzia italiana antidoping potrà decidere se presentare ricorso è il 6 settembre. Considerate le tempistiche, la decisione verrà presa durante la fase degli US Open che inizierà il 26 agosto e si concluderà il 9 settembre. Se il caso verrà impugnato, Sinner potrà comunque giocare in attesa del processo. I prossimi giorni non saranno facili per Sinner, che ha già mostrato grande stabilità mentale e capacità di tenere fuori dal campo questa brutta vicenda.

Djokovic sul caso Sinner

Sportmediaset riporta quanto ha detto l’ex n.1 del mondo Novak Djokovic sul caso Sinner. Il tennista serbo ha chiesto “protocolli chiari” e “approcci standardizzati” ai casi di doping nel tennis. Nole che deve difendere il titolo conquistato agli US Open, ha detto che i giocatori che si sono lamentati per la mancata trasparenza nel caso del numero uno al mondo hanno ragione. “Capisco la frustrazione dei giocatori per la mancanza di coerenza. Da quanto ho capito, il suo caso è stato risolto nel momento in cui è stato annunciato. Ma credo che siano passati cinque o sei mesi da quando la notizia (dei test positivi) è stata comunicata a lui e al suo team“. Djokovic aggiunge che diversi tennisti pensano che Jannik Sinner abbia ricevuto un trattamento speciale a causa della sua posizione in classifica. chiedendo perché non sia stato sospeso temporaneamente, mentre si svolgeva l’indagine che lo ha scagionato. Al contrario, Sinner ha dichiarato di essere stato trattato come un tennista qualsiasi. Per Nole il caso Sinner è un esempio evidente del perché lo sport ha bisogno della controversia Professional Tennis Players Association, che ha contribuito a fondare per dare ai giocatori una maggiore voce in capitolo.

Si è chiesto se alcuni casi di questo tipo possano essere risolti con poca pubblicità, come quello di Sinner, perché il giocatore aveva i fondi per assumere una rappresentanza legale costosa ed efficiente, mentre altri giocatori non hanno questa possibilità? “Non lo so“, ha detto Djokovic. “È un caso o no? È un aspetto che ritengo si debba indagare di più a livello collettivo, per esaminare il sistema e capire come questi casi non si verifichino, cioè non il caso in sé, ma come si possa standardizzare il tutto in modo che ogni giocatore, a prescindere dal suo ranking o dal suo status o dal suo profilo, sia in grado di ottenere lo stesso tipo di trattamento“.

Alcaraz sul caso Sinner

Secondo Carlos Alcaraz il caso è più ampio di quanto sia stato reso pubblico, ma ha rifiutato di criticare la decisione dell’ITIA. “Sono abbastanza sicuro che ci sono molte cose che non sappiamo. Ma se hanno permesso a Jannik di continuare a giocare, è per qualcosa. Hanno detto che è innocente, quindi è tutto ciò che so e di cui posso parlare”. 

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