Appena diffusa la mappa delle devastazione provocate dal terremoto del 24 agosto scorso

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Un team di tecnici è al lavoro per disegnare la mappa delle devastazioni provocate dal sisma di magnitudo 6.0 che ha colpito con violenza il Centro Italia il 24 agosto scorso. I dettagli


Appena diffusa la mappa delle devastazione provocate dal terremoto del 24 agosto scorso

Appena diffusa la mappa delle devastazione provocate dal terremoto del 24 agosto scorso – Uomini al lavoro per disegnare la mappa delle devastazioni provocate dal terribile sisma di magnitudo 6.0 che lo scorso 24 agosto ha colpito con violenza il Centro Italia. Una squadra composta da 19 persone, tra cui ingegneri, piloti di droni, topografi, informatici e speleologi, stanno quotidianamente aggiornando i dati che arrivano dai 15 “verificatori” che operano nei territori di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e Norcia. “Abbiamo già completato l’80% del lavoro e i risultati raccolti sono peggio di quanto ci aspettavamo” commenta l’ingegnere Cristiano Cusin, a capo del team. Ma ecco alcuni dati.


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Quello che salta subito all’occhio è che mediamente le case dei privati hanno retto meglio degli edifici pubblici e delle chiese. Il 64%, infatti, delle abitazioni risulta crollato o gravemente lesionato contro il 74% di caserme e chiese. Numeri, comunque, che non lasciano ben sperare. Sui 1312 edifici ispezionati nei 4 comuni sopracitati 315, cioè il 23%, sono completamente rasi al suolo, altri 315 (24%) risultano gravemente danneggiati e altri 219 (17%) presentano significative criticità. Solo 403 case su 1312, dunque, sono risultate “sostanzialmente indenni” dopo il sisma del 24 agosto.

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Questo, però, fanno sapere gli esperti, non significa che siano già agibili, ma potranno esserlo solo dopo un altro e definitivo  sopralluogo dei tecnici della Protezione civile. “Per svolgere queste analisi abbiamo utilizzato un sistema di mappatura completamente nuovo, testato per la prima volta dopo il terremoto in Nepal sui palazzi delle Nazioni Unite", ha concluso Cusin.

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