"Ascoltare" i terremoti? Si, grazie ad un'intelligenza artificiale

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Anche se sarà possibile farlo, per il momento, solo per quelli in laboratorio, ecco come “ascoltare" i terremoti

Anche se sarà possibile farlo, per il momento, solo per quelli in laboratorio, ecco come “ascoltare" i terremoti

“Ascoltare" i terremoti? Si, grazie ad un'intelligenza artificiale

La scoperta è di quelle sensazionali e se approfondita con uno studio ed uno sviluppo adeguato potrebbe avvicinarci, ancora di più, ad uno dei misteri più potenti e sconvolgenti della natura, ovvero i terremoti. Alcuni scienziati, infatti, hanno letteralmente “insegnato" ad un macchinario come “ascoltare" sismi e scosse. Il “machine learning", ovviamente assemblato con tecnologia di ultimissima generazione e sensori che garantiscono elevatissime prestazioni, ha appreso subito il meccanismo, che addirittura, ha già imparato a prevederne. Certo, stiamo parlando di sismi artificiali, di simulazioni create ad hoc in laboratorio, però, potrebbe essere davvero qualcosa di innovativo ed interessante.

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L'analisi fatta grazie all'apprendimento della macchina suggerisce che il sistema emette una piccola ma crescente quantità di energia durante tutto il ciclo di stress – scrivono gli scienziati – prima di rilasciare all'improvviso l'energia accumulata quando si verifica lo scivolamento e di conseguenza avvengono i terremoti“. L'indagine portata avanti con molto entusiasmo ha rilevato come il macchinario riesce a prevedere scosse e fenomenici tellurici in anticipo rispetto al rilascio della sequenza simulata. Ribadiamo tra il laboratorio e la realtà ce ne passa, ma perchè non cominciare a testare il “machine learning" lì proprio nelle zone colpite da scosse continue e di cui abbiamo anche un report storico?

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Gli studiosi ci tengono comunque a sottolineare come merito di tutto questo progetto e soprattutto della rilevazione in anticipo dei terremoti, sia da attribuire ai cosiddetti “precursori": “Sono quei segnali che la terra ci dà e dobbiamo imparare a riconoscere – spiega Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – fenomeni transienti che se non sono associati ad altri eventi naturali o legati al clima, possono essere legati a modificazioni del campo di stress dentro la crosta".

A cura di Angelo Maria Castaldo

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