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Martedì 12 Novembre
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Cosa accadrebbe in Italia con un terremoto come quello in Turchia e Siria? La risposta di Guido Ventura dell’INGV

L'esperto INGV Ventura parla di terremoti, previsioni, zone a più alto rischio in Italia e delle conseguenze di un sisma come quello turco se avvenisse nel nostro Paese.

Cosa accadrebbe in Italia con un terremoto come quello in Turchia e Siria? La risposta di Guido Ventura dell’INGV
Fonte foto PEXELS

Cosa accadrebbe in Italia con un terremoto come quello in Turchia e Siria? La risposta di Guido Ventura dell’INGV

Le immagini mandate in onda dai vari TG delle conseguenze a cose e persone causate dal forte terremoto di magnitudo 7.8 avvenuto in Turchia alle 2.17 ora italiana di lunedì 6 febbraio 2023 ma che ha colpito anche la Siria hanno sconvolto la popolazione italiana che di terremoti, soprattutto i meno giovani, ne hanno visti e vissuti. Le vittime hanno ormai superato le sedicimila unità, così come gli edifici crollati e chissà quante persone sono ancora sotto le macerie. Certamente, l’evento sismico turco è stato uno dei più forti e devastanti negli ultimi decenni. Cosa sarebbe accaduto in Italia se fosse stata colpita da un terremoto così intenso? Come riporta fanpage.it, il primo ricercatore dell’INGV e associato del Consiglio Nazionale delle Ricerche Guido Ventura, cerca di rispondere a questa domanda.

Se l’Italia fosse colpita da un terremoto intenso come quello avvenuto in Turchia: le conseguenze

Il dottor Ventura ricorda che un evento sismico simile a quello turco si è verificato a Messina nel 1908. Oltre a radere quasi al suolo le città di Messina e Reggio Calabria, ha provocato anche uno tsunami. Sono questi gli effetti che avrebbe un terremoto come quello avvenuto in Turchia in una zona come l’Italia. Specialmente l’Italia meridionale è stata soggetta a scosse di simile intensità a quello verificatosi in Turchia. Stiamo parlando di notevoli danni, alle zone urbane e a tutte le infrastrutture.

Le zone più a rischio sismico dell’Italia

Il dottor Ventura premette che gli edifici in Italia antisismici sono maggiori di quelli costruiti in Turchia. Nonostante ciò, ci sono nel nostro Paese ancora molte costruzioni non adeguate a tutti gli ultimi criteri antisismici, per non parlare del nostro patrimonio storico. Se un terremoto come quello avvenuto in Turchia avesse un ipocentro sotto Roma, quali sarebbero le conseguenze ce lo dice l’esperto dell’INGV. “Devastanti” – ma poi aggiunge che Roma non è una zona da terremoti di magnitudo così elevata. Sulla frequenza di terremoti di tale intensità, Guido Ventura afferma che ne capita uno al secolo, ma si parla comunque di stime, non esistono certezze, non c’è matematica in questi eventi. In ogni caso, la messa in sicurezza del territorio deve prescindere da tali stime, ci vuole un’accelerazione. Un terremoto come quello avvenuto a Messina nel 1908, ha più possibilità di verificarsi nell’Italia meridionale che in quella settentrionale, che comunque ha visto nel passato subire forti terremoti. 

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Il terremoto più violento in Italia

Il terremoto più intenso in Italia si è verificato nel 1693 in Val di Noto, in Sicilia. In ogni caso non ha raggiunto la magnitudo registrata in Turchia. Il dottor Ventura sostiene che in Italia i terremoti difficilmente potranno raggiungere la magnitudo “turca”, ma anche quando sono di magnitudo 5 o 6, per il discorso della costruzione degli edifici non sempre idonea, i danni sarebbero comunque notevoli. Sta di fatto, che l’entità dei danni dipende dalla zona dove avviene il sisma, motivo per cui non si può indicare in quale zona d’Italia un terremoto così forte possa arrecare più danni. Terremoti così forti sono comunque rari, l’Italia è un territorio sismico ma la stragrande maggioranza delle scosse è di magnitudo 1 o 2 e avvengono tutto i giorni.

I vulcani sottomarini

Secondo Guido Ventura i vulcani sottomarini in Italia, almeno i più grandi, ossia il Marsili e il Palinuro che si trovano nell’area tirrenica, possono provocare degli tsunami in teoria. In pratica, però, essi sono stati studiati e non sono stati rilevati segni di grandi eventi franosi, per cui si può stare abbastanza tranquilli, anche se non se ne può avere la certezza in futuro. Sarebbe utile monitorarli, ma il monitoraggio sui vulcani più pericolosi come il Vesuvio e Campi Flegrei e in minor misura l’Etna e lo Stromboli, è stato fatto molto bene. Per quelli sottomarini ci vorrebbero fondi elevati, infatti gli studi vengono effettuate ogni 2-3 anni.

Le previsioni dei terremoti

Il dottor Ventura afferma che al momento è impossibile prevedere quando un terremoto accadrà. E’ possibile solo individuare la zona più esposta. “Sappiamo quali sono le zone dove le accelerazioni sono tali da poter produrre delle distruzioni sul territorio. C’è una zonazione del territorio nazionale che è basata su moltissimi fattori. Sullo studio dei terremoti storici, sullo studio della sismicità attuale, sullo studio delle faglie – cioè delle fratture che sono sulla crosta -. Quindi in termini probabilistici noi abbiamo una zonazione sismica del territorio. Questo è stato un enorme passo avanti. Non sappiamo dove si verificherà il prossimo terremoto, ma sappiamo che tale zona è sposta a questo tipo di rischio e ne conosciamo l’entità”.

Il dottor Guido Ventura esperto dell’INGV, conclude dicendo che la zona più esposta al rischio di terremoti è quella del Friuli, tutti gli Appennini centrali e meridionali e la zona dell’Italia meridionale sono zone ad alto rischio sismico.

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Carmine Orlando

Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.

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