
Uno studio spiega la ragione di eventi sismici di grossa portata: si tratta della cosiddetta faglia inversa

Uno studio spiega la ragione di eventi sismici di grossa portata: si tratta della cosiddetta faglia inversa – illustrazione: focus
Faglia inversa, ecco il motivo di terremoti devastanti
Vi è mai capitato di guardare un film, magari di fantascienza o di drammi universali, dove ad un certo punto, nel bel mezzo di una scena, si palesa una grossa fattura nel suolo? Come un solco profondissimo, magari sul manto stradale? Enormi voragini capaci di ingoiare grattacieli, auto ed addirittura città intere? Beh, nella realtà, a detto degli esperti, tutto ciò non potrebbe mai esistere. Anche se, qualcosa di nuovo all’orizzonte sembrerebbe esserci. Ecco la ricerca: terremoti o comunque fenomeni sismici di una certa portata, capaci di aprire grosse bocche nel terreno, potrebbero rilevarsi ed essere provocati da terribili smottamenti cosiddetti a faglia inversa.
Questo fenomeno tecnicamente deriverebbe da “fratture generatesi su di una superficie inclinata: la crosta di una delle parti a contatto con la frattura si muove verso l’alto, lungo il piano della frattura stessa”. Il movimento delle stesse sarebbe di tipo compressivo, che andrebbe a causare l’impatto di due blocchi di crosta terrestre, precisamente l’uno che spinge verso l’altro. Una situazione del genere, con un sisma provocato appunto da una faglia inversa, avvenne durante la scossa terribile del 2011 in Giappone, che causò un forte maremoto e che distrusse anche una parte della centrale nucleare di Fukushima.
“L’idea finora dominante si basa su modelli matematici computerizzati di terremoti, ai quali si impone un moto tale per cui le pareti delle faglie non possono separarsi una dall’altra”, spiega Ares Rosakis, uno degli autori dello studio- “se invece si utilizzano modelli più complessi e realistici ci si accorge di quanto i risultati siano diversi”. “Ripetuti esperimenti”, – spiega, inoltre, Hiroo Kanamori, del team di ricerca – “non lasciano dubbi sul fatto che nell’istante che scatena il terremoto i due blocchi di faglia inversa, si allontanano tra loro per poi richiudersi improvvisamente”.
A cura di Angelo Maria Castaldo