
Tra Camerino e dintorni, ormai si è “abituati” al terremoto. Testimonianze toccanti dalle Marche

Tra Camerino e dintorni, ormai si è “abituati” al terremoto. Testimonianze toccanti dalle Marche
Marche, terremoto minaccia perenne: alcune storie dei residenti
Marche. Tra Visso, Ussita, Pieve Torina, Castelsantangelo sul Nera, Muccia, e Camerino, ci sono tante storie da raccontare, di questo terremoto, così come di tanti altri, più o meno recenti, più o meno intensi, più o meno… Negli occhi e nel cuore di queste popolazioni sono ancora vivi quegli istanti della scossa, della “schicchera” come la chiamano qui, che ha sconvolto nuovamente, le loro esistenze. Anche se, da queste parti, con un sorriso amaro, dicono di essere “abitutati”. Abituati, come un “rito”o un “appuntamento” a ritrovarsi tutti per strada, seduti con qualche coperta utile a riparasi dal freddo e dalla paura, a sorseggiare caffè e mangiare un cornetto, con i piedi ben saldi su quella terra, che magari, proprio qualche attimo prima, li ha così sconvolti, letteralmente devastati… “La paura del terremoto non ferma il tempo, lo rovescia”.
“La paura risveglia i bisogni primari: l’amore, la natalità, la spiritualità, la religione”. Parole dell’Arcivescovo di Camerino che racconta la sua esperienza: “Abbiamo trasportato di peso – racconta il prelato – quattro vecchi sacerdoti malati, di cui due totalmente disabili. Io stesso me li sono caricati in braccio mentre i calcinacci ancora cadevano e gli stucchi penzolavano”. Stesso destino anche per circa 200 ospiti delle varie case di riposo della zona che sono stati fatti evacuare di fretta e furia in luoghi più sicuri. Sisma nelle Marche che ha coinvolto, inevitabilmente anche i detenuti del carcere. “Il terremoto può sventrare le prigioni, squarciare i muri, spalancare le gabbie. È come un colpo di Stato. Sicuramente meglio di un carnevale. Per loro era un’inaspettata evasione dagli esiti imprevedibili” dichiara un carabiniere marchigiano.
“I vetri che si rompono, le saracinesche che rimbombano, una specie di boato che sale dalla valle, il tonfo delle pietre: percepisci i suoni più immediati e minacciosi del movimento”. Sono questi i segnali ricorrenti che da queste parti delle Marche, moltissimi abitanti avvertono. “Il nostro paesaggio ha la forma di un terremoto“, dichiara un’anziana di Visso, che di scosse o di “schicchere” ne ha vissute tantissime ed aggiunge: “A volte per un niente noi sobbalziamo”.
A cura di Angelo Maria Castaldo