Complesso vulcanico sottomarino
Una nuova importante scoperta è stata effettuata dai ricercatori dell’Ingv. Un nuovo complesso vulcanico scovato nei nostri mari e ancora una volta nel basso Tirreno. Come riportato da “ilmessaggero.it”, si tratta di uno dei più grandi complessi vulcanici sottomarini italiani che si è sviluppato nel periodo compreso tra 780.000 e 20.000 anni fa e oggi non più attivo. L’importante scoperta pubblicata sulla rivista Earth & Space Science News spiega che tale complesso è situato vicino le coste italiane meridionali, in particolare a quelle calabresi tirreniche.
Tre montagne principali
Questo complesso vulcanico è composto da tre montagne principali, chiamate Diamante, Enotrio e Ovidio, di cui quest’ultimo formato a sua volta da cinque vulcani, di cui uno un pò più grande del Vesuvio. Il tutto è ancora oggetto di studio, tra curiosità e stupore ed ovviamente il risultato si deve ai ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
Complesso vulcanico diviso in 2 porzioni
Come si legge sempre su “ilmessaggero.it”, l’enorme complesso scovato nelle acque del sud Italia, si divide in due parti. Come dichiarato da De Ritis , primo autore dell’articolo, abbiamo una parte occidentale, più distante dalla costa, dove gli edifici vulcanici hanno forme più irregolari e sono deformati da strutture tettoniche, poi abbiamo invece una parte orientale, più vicina alla costa, caratterizzata da edifici vulcanici più regolari e meno accidentati.
Fondale marino ricco di complessi vulcanici
Tale ricerca e scoperta ha potuto confermare l’elevata complessità del nostro fondale marino e la ricchezza di complessi vulcanici sotterranei, in particolar modo nella zona del basso Tirreno. Come riportato da “focus”, lo scontro tra placca africana e quella europea ha dato origine a numerosi vulcani presenti nell’area del Tirreno meridionale. Da questo studio impariamo che l’Italia è piena di complessi vulcanici che mai sono emersi in superficie e questo complesso ne rappresenta soltanto l’ultima scoperta.
Area caratterizzata da corpi magmatici solidificati
L’analisi di tutti i dati ha messo in evidenza la presenza di un’ampia area caratterizzata da numerosi corpi magmatici solidificati, a diverse profondità, che risalgono fino al fondale marino formando edifici vulcanici. Come sottolinea ancora De Ritis, “la nostra ricerca, getta nuova luce sull’esistenza di importanti complessi vulcanici sul fondale marino, a distanze dalla costa decisamente inferiori rispetto a quelle che si conoscevano prima”.
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Laurea triennale in Scienze Forestali ed Ambientali e Laurea magistrale in Scienze Agrarie e del Territorio. La mia più grande passione resta da sempre la meteorologia, approfondita attraverso la tesi di laurea sperimentale e un master di "Meteorologia Nautica". I fenomeni naturali, la loro bellezza e potenza sono tra le cose che più mi affascinano al mondo.