Sisma al Centro Italia, due nuove scosse in prossimità dell’aumento termico nei pozzi : torna a tremare l’area in cui l’Ingv sta conducendo le ricerche specifiche 2 maggio 2017
Sisma al Centro Italia, due nuove scosse in prossimità dell’aumento termico nei pozzi – Torna a tremare una zona più occidentale dell’Umbria, rispetto all’ormai nota e consolidata sequenza sismica che sta colpendo anche le regioni di Abruzzo, Lazio e Marche in maniera ininterrotta dallo scorso agosto 2016. Questa mattina infatti e nella serata di ieri, due nuove scosse di terremoto si sono verificate tra Spoleto e Campello sul Clitunno, dove la ricercatrice Fedora Quattrocchi, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sta conducendo delle specifiche ricerche sull’aumento in atto della temperatura di alcuni pozzi nelle vicinanze degli epicentri. I due sismi hanno avuto rispettivamente intensità di 2.1 e 2.2 ed ipocentro tra 9 e 10 chilometri. Il sisma più intenso e recente va ricercato invece a qualche mese fa, con magnitudo 4.0 e che ha provocato delle lievi lesioni alle abitazioni circostanti.
Non è certo la prima volta che questo accade, anzi. Il fenomeno è noto fin dalla fine del 1800, quando per la prima volta comparì documentazione scientifica. Il riscaldamento del terreno e dell’acqua, così come la fuoriuscita anomala di anidride carbonica e metano, si ritiene dovuta a reazioni biochimiche di tipo esotermico negli strati superficiali del terreno. L’area che unisce Foligno con lo Spoletino è una zona ribassata da un complesso regime tettonico estensionale, tipico e caratterizzante della fascia dell’Appennino centrale. La zona viene classificata a medio-alta pericolosità sismica ed è accertato che in passato si sono verificati numerosi terremoti di intensità nettamente superiore rispetto ai movimenti avvenuti oggi.