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Sisma centro Italia, il rapporto dell’Ingv è stato pubblicato

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centro meteo italiano

Sisma centro Italia, il rapporto dell’Ingv è stato pubblicato: tutte le misure degli spostamenti orizzontali e verticali misurati in superficie, oltre che alla ricostruzione in 3 dimensioni del piano di faglia lungo il quale è avvenuto il terremoto del 30 ottobre.

Sisma centro Italia,  il rapporto dell’Ingv è stato pubblicato

Sisma centro Italia, il rapporto dell’Ingv è stato pubblicato

Sisma centro Italia, il rapporto dell’Ingv è stato pubblicato – Sono tuttora in corso i rilievi dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia finalizzati a ricostruire, o almeno in parte, le dinamiche che hanno portato a tutto il processo di rottura del terremoto dello scorso 30 ottobre 2016, che ricordiamo essere stato di magnitudo 6.5 con epicentro localizzato a Norcia. All’interno del rapporto scientifico, seppur preliminare, vengono ampiamente descritte le strutture sismogenetiche attraverso dei modelli rappresentativi in 3D. Inoltre, vengono ricostruiti tramite le reti GPS tutti gli spostamenti cosismici registrati nell’area. Al termine del rapporto viene inoltre mostrato un modello predittivo del terremoto, pur essendo solamente basato sulla statistica. Nelle due pagine successive vi mostriamo un estratto di quanto viene riportato all’interno del blog dell’INGV e in fondo l’indirizzo per consultare l’intero documento diffuso due giorni fa.

<<Dall’analisi di tutti i dati analizzati finora stanno emergendo risultati interessanti sul sistema di faglie che attraversa la regione e che si è attivato in questa sequenza sismica che, lo ricordiamo, è tuttora in corso. Sono infatti ancora diverse centinaia le repliche che vengono localizzate ogni giorno dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV. L’analisi dei dati geologici, di quelli geodetici e sismologici sono coerenti nell’individuazione delle faglie e della loro cinematica, sebbene siano stati osservati alcuni elementi che sono in corso di approfondimenti e che sono il sintomo della complessità del sistema. E’ comunque ormai chiaro che le faglie responsabili dei terremoti sono quelle note in letteratura come faglia del Monte Vettore-Bove, faglie normali (ossia a carattere estensionale) orientate in senso NNW-SSE e immergenti verso ovest. Le faglie si sono attivate per l’intero spessore dello strato sismogenetico, da circa 10 km di profondità fino alla superficie, producendo rotture ben visibili in affioramento, con “rigetti” (ossia scalini) che raggiungono in qualche punto i due metri>>. 

Queste rotture osservate in superficie rappresentano la prosecuzione del movimento profondo sul piano di faglia, che si è originato intorno agli 8-10 km (l’ipocentro) e si è propagata lateralmente e verso l’alto. Sia i dati accelerometrici che quelli geodetici sono coerenti nell’individuazione delle zone di massimo spostamento della faglia del 30 ottobre, che si colloca tra le precedenti rotture del 24 agosto a sud e del 26 ottobre a nord, interessando principalmente il settore centrale del sistema di faglie e la sua parte più superficiale, dove vengono individuati spostamenti superiori ai 2.5 metri sul piano di faglia. È infatti evidente che lo spostamento lungo i diversi segmenti di faglia attivi in questi mesi non è avvenuto in maniera omogenea, ma ha avuto forti eterogeneità: spostamenti da pochi decimetri a 1-2 metri sul piano della stessa faglia. Questo potrebbe spiegare la complessità della sequenza, con l’attivazione successiva di segmenti di faglia di grandezza diversa e con spostamenti dei due lembi della faglia anche molto diversi. Sono visibili inoltre altre faglie “minori” che si sono mosse durante la sequenza. Per leggere nel dettaglio l’intero rapporto in italiano, consulta questa pagina.

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