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Terremoti in Sicilia, il comunicato INGV: “Quasi 60 scosse con magnitudo superiore a 2.5”

centro meteo italiano

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha emesso un comunicato sulla situazione relativa all’Etna. Le condizioni sismiche del 26 dicembre 2018 nel catanese

Terremoti Etna

Terremoti Etna, il comunicato INGV sui sismi del catanese

Terremoti Etna, il comunicato INGV sui sismi del catanese

Intorno alle 10:00 della mattina di Santo Stefano, 26 dicembre 2018, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) ha diramato un nuovo comunicato relativo alla situazione sismica in atto al momento nei pressi dell’Etna, dopo la scossa di terremoto di magnitudo 4.9 registrata stanotte a Viagrande: “Fino a questo momento (ore 10.00) dall’inizio dell’attività etnea (il 23 dicembre), complessivamente nella zona sono avvenute quasi 60 scosse con magnitudo superiore a 2.5 (3 dopo il terremoto di questa notte), la maggior parte sono localizzate nelle vicinanze delle scosse di magnitudo fra 4.0 e 4.3 avvenute il 24 dicembre“. (Fonte: INGV)

L’evento sismico della notte

Come riportato dal comunicato, l’evento sismico di maggior rilievo è stato registrato alle ore 03:19 della notte di Santo Stefano, magnitudo 4.9 della scala Richter e con ipocentro molto superficiale, a solo 1,2 km di profondità. Riporta sempre il documento INGV che il sisma è stato individuato a circa 2 km dai comuni di Viagande e Trecastagni, entrambi nel catanese, dislocate di circa 5,6 km rispetto agli eventi registrati nelle ultime ore.

Ubicazione simile a quella del 1818

Esattamente 200 anni fa, il 22 febbraio del 1818, la zona alle pendici dell’Etna che in questi giorni è interessata del violento sciame sismico, era stata colpita da una serie di scosse di terremoto simili a quelle in corso in questi giorni, ma ancora più forti di quelle odierne. Il comunicato riporta di una scossa di Mw pari a 6.3. “Inoltre – riferisce INGV – questa regione ha sperimentato risentimenti massimi fino al X grado, a causa però dell’evento di magnitudo M 7.3, avvenuto l’11 gennaio 1693 nella Sicilia sud-orientale, con epicentro vicino a Siracusa“.

I dati accelerometrici

I dati accelerometrici utilizzano un diagramma in funzione del tempo che traccia le variazioni indotte al suolo di una determinata zona, in tre direzioni tra di esse perpendicolari durane un terremoto- Secondo le rilevazioni effettuate nella zona al momento coinvolta: “l’evento ha fatto registrare accelerazioni di picco che corrispondono ad un’intensità strumentale su terreno roccioso pari al VII grado della scala MCS“.

La mappa del risentimento sismico

La mappa del risentimento sismico, invece, consente di prendere visione del modo in cui gli eventi sismici sono stati percepiti dalla popolazione. Lo studio, in questo caso, ha utilizzato più di 1.000 questionari provenienti da www.haisentitoilterremoto.it. Secondo quanto riferito dall’istituto di sismologia, tutta la Sicilia orientale, iniziando dal messinese e fino alla zona del siracusano, ha avvertito la scossa, “con massimo risentimento del VI-VII grado nell’area epicentrale“.

Fonte: Comunicato INGV

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Alessandro Allegrucci

Laurea triennale in Scienze Forestali ed Ambientali e Laurea magistrale in Scienze Agrarie e del Territorio. La mia più grande passione resta da sempre la meteorologia, approfondita attraverso la tesi di laurea sperimentale e un master di "Meteorologia Nautica". I fenomeni naturali, la loro bellezza e potenza sono tra le cose che più mi affascinano al mondo.

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