Terremoti: presenza di metano indica deboli faglie sismogenetiche
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La presenza di metano sarebbe collegata al fatto che le sottostanti fagli sismogenetiche non sono in grado di generare terremoti forti
faglie sismogenetiche, foto improntalaquila.org
Terremoti: presenza di metano indica deboli faglie sismogenetiche – Correlare la presenza di giacimenti produttivi alla possibile intensità di eventuali terremoti. E' al centro dello studio condotto dall'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale nsieme all'Ingv, che è andato a mettere in un luce il legame tra la presenza di giacimenti di metano e i processi geodinamici che hanno portato al suo accumulo e che generano i sismi. E'emerso che le faglie sismogeniche sottostanti le aree nelle quali è presente il metano non sarebbero in grado di generare forti terremoti. Si è cercato inoltre di capire quali effetti potrebbe avere un terremoto su un giacimento di idrocarburi: i ricercatori dell'Ogs di Trieste e dell'Ingv di Roma hanno analizzato un area di 10mila mq nella zona sud orientale della pianura padana, dove viene estratta la maggior parte del metano in Italia, ma allo stesso tempo zona esposta ai terremoti.
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Hanno poi analizzato i pozzi produttivi presenti e quelli improduttivi mettendoli su una mappa insieme alle faglie sismogenetiche responsabili dei terremoti più forti avvenuti nella zona, ovvero le scosse del 2012 in Emilia, quella del 1570 a Ferrara e quella del 1624 di Argenta. E'emersa l'antcorrelazione tra pozzi produttivie e faglie: infatti quasi tutti i pozzi ubicati sopra una delle quattro faglie risultano improduttivi mentre quelli produttivi ricadono al di fuori di esse nella maggior parte dei casi.
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E' emerso che i giacimenti produttivi si troverebbero sopra a faglie più piccole che possono generare solo deboli terremoti oppure in corrispondenza di faglia grandi ma che, per la natura delle rocce che le formano, non sono in grado di generare terremoti. Mentre i pozzi improduttivi si trovano sopra le faglie attive poichè i terremoti hanno provocato la frattura dei serbatoi naturali contenenti il metano, causandone la dispersione.