La scossa è stata avvertita a cavallo tra l’appennino toscano e quello romagnolo: ecco come potrebbe evolvere la situazione
La forte scossa che si è verificata a Marradi, in provincia di Firenze, è stata avvertita in gran parte del Centro Italia scatenando una vera e propria psicosi per il timore di nuove scosse più forti. L’epicentro è stato localizzato dall’Ingv a tre chilometri da Marradi e una profondità di 8,4 chilometri. Si tratta di un’area collocata sull’appennino tosco-romagnolo, una zona notoriamente molto sismica dove in passato si sono verificate scosse anche più forti di quella odierna.
Non si segnalano danni rilevanti
Tantissime sono state le chiamate ai Vigili del Fuoco da parte di cittadini molto preoccupati per l’evoluzione di questa sequenza sismica che è in atto da alcune ore e che ha prodotto scosse di assestamento fino a 2.9 di magnitudo. I Vigili del Fuoco stanno effettuando in queste ore delle verifiche per accertare la situazione soprattutto negli edifici più a richio, valutando l’entità delle crepe che si sono verificate in abitazioni private. Al momento, per fortuna, non si segnalando danni ingenti a persone o strutture.
Le cause secondo gli esperti
Secondo la tesi degli esperti, il terremoto di Marradi è stato causato dal cosiddetto stiramento dell’Appennino. Come ha avuto modo di spiegare all’Ansa, il sismologo dell’Ingv, Romano Camassi, si tratta di un «meccanismo caratteristico di quest’area che sta a cavallo tra Toscana ed Emilia-Romagna». L’Ingv ha registrato una cinquantina di scosse, la maggioranza delle quali sotto una magnitudo di 2.0. Al momento gli esperti non sono in grado di predire quanto durerà lo sciame sismico e se potrebbero verificarsi scosse di entità maggiore. CONTINUA A LEGGERE…
Le statistiche
Dal 2000 ad oggi sono stati ben 7 gli eventi di magnitudo superiore a 4.0 che hanno interessato l’appennino. L’evento più significativo si è registrato il 14 settembre 2003 vicino Loiano, in provincia di Bologna, con magnitudo 5.2. La zona interessata dalla scossa odierna «è caratterizzata da alta pericolosità sismica» ha spiegato l’Ingv. Da quando si hanno statistiche sugli eventi sismici in Italia, la scossa più forte che ha riguardato la zona del Mugello si verificò il 13 giugno 1542 di magnitudo stimata (Mw) 6.0, oltre all’evento sismico del 29 giugno 1919 di magnitudo (Mw) 6.4, uno dei più forti mai registrati nell’Appennino.
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