
Il tremendo sisma in Myanmar commentato da Carlo Doglioni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
Un terremoto di magnitudo 7.7 ha colpito il Myanmar nella giornata di ieri, un evento catastrofco che ha provocato centinaia di morti, feriti, dispersi e crolli non solo nel paese epicentrale ma anche in Thailandia, dove un grattacielo in costruzione è crollato a Bangkok, (distante oltre 1.300 chilometri). La violenza del sisma è stata tale da scuotere l’intera regione e Carlo Doglioni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha commentato il disastro per il quotidiano La Repubblica paragonandolo ad un evento catastrofico se avvenisse in Italia…
Un impatto senza precedenti
Secondo Doglioni il fatto che un terremoto abbia causato danni a così lunga gittata è un fenomeno insolito: “è stupefacente che siano crollati palazzi a Bangkok” ha detto, spiegando che l’unica spiegazione possibile è un’amplificazione locale delle onde sismiche. Bangkok, costruita su terreni alluvionali vicino alla costa, potrebbe aver subito un effetto di risonanza, aumentando l’intensità della scossa. In termini comparativi Doglioni ha sottolineato che sarebbe come se un sisma colpisse il Sud Italia (ad esempio “a Palermo” ha precisato il Presidente INGV) e venissero giù gli edifici in Germania, a Monaco di Baviera.
Le dinamiche delle placche tettoniche
L’esperto ha evidenziato che il movimento della placca indiana è la causa principale di questi eventi sismici: la spinta verso nord-nordest genera non solo la catena dell’Himalaya ma anche le montagne del Myanmar. La profondità dell’epicentro, stimata tra i 15 e i 24 chilometri, ha amplificato i danni. Un terremoto poco profondo, infatti, rilascia energia con maggiore intensità sulla superficie terrestre con effetti devastati come quelli avvenuti nel Myanmar, area tra l’altro non particolarmente dotata di sismografi di alto livello.
Il confronto con l’Italia e il rischio sismico
Doglioni ha spiegato che anche l’Italia è soggetta a terremoti ma con minore frequenza e intensità. La placca indiana si sposta di 3-4 cm l’anno mentre l’Appennino si dilata a una velocità di soli 4 mm. Questo comporta un rischio sismico inferiore, anche se comunque non inesistente. In media, in Italia si verificano circa 20-24 terremoti di magnitudo superiore a 5.5 per secolo.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.