
Il terremoto del novembre 2016 in Nuova Zelanda fu di magnitudo 7.8 e fece danni incredibili. I segni sono ancora evidenti

Il terremoto del novembre 2016 in Nuova Zelanda fu di magnitudo 7.8 e fece danni incredibili. I segni sono ancora evidenti
Terremoto Nuova Zelanda: strano contagio tra le faglie
Novembre 2016. Un sisma incredibile di 7.8 colpisce la Nuova Zelanda. Tutto è è partito dal mare. E proprio da lì, ancora oggi, si segnalano delle anomalie post-terremoto: il fondale marino si è sollevato, infatti, di un paio di metri ed anche la terraferma ha subito mutamenti con il manto stradale che si è letteralmente arrotolato. Questo è quanto! Questi sono ancora gli evidenti segni di un fenomeno sismico davvero senza precedenti nel Paese. Ovviamente, i sismologi di turno hanno portato avanti le proprie teorie per studiarne causa ed effetto. Molto probabilmente, in questo caso, le faglie singole si sono rotte in maniera indipendente l’una dall’altra.
Ma cosa sono, nel dettaglio, le faglie? Sono linee di frattura delle masse rocciose della crosta terrestre, che contengono tutta l’energia che poi, purtroppo, viene sprigionata durante un terremoto. Ed è stato così, in maniera amplificata considerando la magnitudo, anche per il sisma in Nuova Zelanda del 2016 che secondo gli studiosi, ha coinvolto una dozzina di faglie anche molto distanti tra loro e comunemente non connesse. E proprio questo potrebbe essere una delle spiegazioni più plausibili sull’intensità del sisma, ovvero più le faglie sono lunghe e distanti e più si genera magnitudo.
Ma le conseguenze del sisma in Nuova Zelanda del 2016 non finiscono qui o comunque non si limitano sono a quell’area geografia, infatti, è stato appurato che, nei prossimi anni, potrebbe essere un terremoto di magnitudo anche 8 sulle coste della California, diretta conseguenza di questo sciame sismico e della frattura “sconnessa” delle faglie.
A cura di Angelo Maria Castaldo